L’attuale vertice di Unipol, composto dal Ceo Carlo Cimbri e dal presidente Pierluigi Stefanini, rimane al proprio posto. E le voci di un dissenso all’interno delle Coop verso l’attuale assetto di vertice e di controllo, riportate dalla stampa, hanno ricevuto un ridimensionamento e soprattutto non hanno conquistato il sostegno da parte della maggior parte degli azionisti.
Secondo fonti di stampa, nei giorni scorsi era circolato il rumor di un malumore da parte di alcuni soci. Una voce nata in realtà dalle critiche espresse nelle scorse settimane, dal solo socio Manutencoop, azionista di minoranza di Holmo, che a sua volta detiene il 6,7% di Unipol, espressosi contro l’attuale management della holding bolognese e contro la presenza delle coop nel capitale della compagnia, capendo poi alla fine di essere in solitaria.
Le cooperative che detengono il capitale di Unipol, a partire da Coop Alleanza 3.0 (primo socio di Unipol con il 22,1%), appoggiano invece senza incertezze la strategia delineata nel nuovo piano industriale, e presidente e Ad, confermati nei mesi scorsi, godono della fiducia di gran parte del mondo delle coop, riunite in un patto di sindacato a cui fa capo poco più del 30% del capitale.
Quanto a Holmo, le fonti di stampa sottolineano come all’orizzonte vi sia la scadenza dei finanziamenti concessi da Carige e Morgan Stanley per 165 milioni e, qualora, i titoli Unipol dovesse salire in maniera adeguata, potrebbe essere costretta a cederli per ripagare i debiti, mutandone così l’assetto azionario di Unipol. Nel 2020 tra l’altro scadrà anche il patto che lega i soci.