Il gruppo ha diffuso venerdì a mercati chiusi i risultati del primo semestre 2019, chiuso con ricavi in calo del 13,5% a 20,9 milioni.
Nel dettaglio, la divisione meccanica ha registrato una diminuzione del fatturato del 16,9% a 13,9 milioni, la divisione Service del 4,5% a 5,9 milioni e la divisione elettronica del 12,3% a 1,1 milioni.
A livello geografico, i ricavi sono calati in Italia (-68,7% a 1,7 milioni), Europa (-15,5% a 4,7 milioni) e in Nord e Sud America (-42% a 3,1 milioni), mentre sono cresciuti in Asia (+47,4% a 11,4 milioni).
Debole anche la raccolta ordini nei primi sei mesi dell’anno, registrando un calo del 24,1% a 18,4 milioni, con il portafoglio ordini che al 30 giugno 2019 ammontava a 26,2 milioni rispetto ai 37,6 milioni di giugno 2018.
A livello di gestione operativa, l’Ebitda è negativo per 2,1 milioni, in peggioramento rispetto ai -0,7 milioni del 1H 2018 a causa della riduzione dei volumi, con conseguente minor assorbimento dei costi fissi di struttura.
In peggioramento anche l’Ebit, negativo per 3,3 milioni rispetto a -2 milioni del primo semestre 2018, complici anche i maggiori ammortamenti per 0,6 milioni derivanti dall’applicazione dell’IFRS 16.
La società ha quindi archiviato il primo semestre 2019 con una perdita netta di gruppo di 3,5 milioni a fronte della perdita di 2,3 milioni registrata nel pari periodo 2018.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto ammonta al 30 giugno 2019 a 16,9 milioni, in aumento rispetto agli 11,4 milioni di fine dicembre 2018, complice l’applicazione del principio IFRS 16 che impatta negativamente per 1,9 milioni.
Il management si attende per la seconda metà del 2019 un miglioramento della performance economica con conseguenti benefici sul debito, grazie anche alle misure adottate tra cui rientrano progetti di razionalizzazione dei costi e ricorso ad ammortizzatori sociali.