Nel primo semestre 2019 Italian Wine Brands ha realizzato ricavi sostanzialmente stabili a 70,1 milioni (+0,2%).
Una dinamica che ha mediato un ulteriore rafforzamento del gruppo sui mercati internazionali dove sono stati realizzati 54,4 milioni (+1,1%) e la diminuzione registrata sul mercato domestico a 15,4 milioni (-2,3%).
In particolare, i ricavi realizzati all’estero hanno raggiunto nei primi sei mesi del 2019 il 78% del totale, in crescita rispetto agli anni precedenti (77,5% nel 2018 e 74% nel 2017).
Nel corso del primo semestre 2019, il canale distributivo wholesale è diventato il principale contributore di ricavi del gruppo arrivando a rappresentare il 53,3% del totale (50,3% nel 2018, 44,1% nel 2017).
Il canale di vendita distance selling ha rappresentato il 46,4% dei ricavi del gruppo (49,2% nel primo semestre 2018 e 55,4% nel primo semestre 2017), riducendo ulteriormente il suo peso sul totale.
Per quanto riguarda il canale digitale, il gruppo si è confermato quale primo player italiano sul mercato europeo del vino, con vendite web pari a circa 5,6 milioni (+22%).
Si segnala che i dati economici, patrimoniali e finanziari del primo semestre 2019 riflettono la prima applicazione del principio contabile internazionale IFRS 16, entrato in vigore con competenza dal 1 gennaio 2019. Tale principio contabile ha generato un ammontare di “Passività per diritti d’uso”, figurativa e di natura finanziaria, pari a 11,7 milioni, in gran parte ascrivibili al contratto di locazione pluriennale che il gruppo intrattiene con il gruppo immobiliare Logicor e relativo all’immobile sito in Cherasco – Frazione Cappellazzo adibito alle attività logistiche del gruppo.
L’Ebitda restated si è attestato a 7,3 milioni, in progresso del 18,7% su base annua. Tale aggregato è al lordo dei costi non ricorrenti per complessivi 0,59 milioni relativi agli oneri di ristrutturazione del contact center telefonico, oggetto di cambio di appalto a partire dal 1 aprile 2019 e alla relativa transazione conciliativa con n. 43 ex-dipendenti in forza alla
controllata Giordano Vini fino al 31 luglio 2016.
Al netto dell’effetto positivo derivante dall’applicazione dell’IFRS 16, l’Ebitda Restated del primo semestre 2019 sarebbe stato pari a 6,7 milioni (9,6% sui ricavi delle vendite), in crescita del 9,5 per cento.
Dinamica che ha beneficiato di una distensione sui prezzi di acquisto di uve, mosti e vini sfusi nel primo semestre di quest’anno, a seguito dell’abbondante vendemmia del 2018, oltre che di un crescente appeal dei prodotti a marchio proprio che esprimono marginalità sensibilmente superiore rispetto ai prodotti entry level e di un ulteriore contenimento dei costi commerciali variabili e dei costi fissi di struttura delle società del gruppo.
L’Ebida reported ha registrato un progresso del 25,2% a 6,7 milioni.
L’Ebit è aumentato del 22,4% a 4,4 milioni, in presenza di ammortamenti aumentati del 71,4% a 1,6 milioni e accantonamenti/svalutazioni scesi del 16,1% a 0,7 milioni.
Gli oneri finanziari netti sono saliti del 13% a 0,7 milioni.
Il periodo in esame si è chiuso con un utile netto restated a 3,1 milioni (+12,9%) mentre su base reported l’ultima riga di conto economico ha evidenziato un utile di 2,7 milioni (+22,9%).
Al netto dell’effetto negativo derivante dall’applicazione dello IFRS 16, il risultato
netto di gruppo sarebbe stato pari a 2,9 milioni, con un progresso del 32,5% su base annua.
Sul fronte patrimoniale l’indebitamento finanziario netto si è fissato a 21,6 milioni, in aumento di 18,2 milioni rispetto a fine 2018.
Al netto delle passività per i diritti d’uso derivanti dall’applicazione dello IFRS 16, suddetto aggregato è stato pari a 9,9 milioni, in aumento di 6,5 milioni rispetto a fine 2018.
Alessandro Mutinelli, presidente e Ad di Italian Wine Brands, ha così commentato: “Sono molto soddisfatto dei risultati di questa prima parte del 2019 che testimoniano la qualità del lavoro svolto negli ultimi anni in ogni area aziendale. Le strategie di prodotto e di marketing, volte a valorizzare i molteplici brand proprietari, ci hanno consentito di innalzare il valore percepito dai nostri clienti e di aumentare quindi volumi e margini, posizionandoci nella fascia premium del mercato europeo. Inoltre, le azioni volte a ottimizzare le operations ci hanno consentito di alleggerire in modo consistente la componente fissa di costi e di completare l’integrazione delle attività di ricerca, acquisti e produzione enologica a livello di gruppo, dando luogo a importanti sinergie e a una piena copertura del mercato italiano in termini di capacità di sourcing della materia prima. Si può affermare che oggi il Gruppo è ben proiettato nel futuro, pronto a cogliere opportunità di crescita esterna, con una posizione competitiva sempre più solida e una notevole forza finanziaria.”
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