Le quotazioni del greggio arretrano con decisione all’indomani del rally (+15%) innescato dagli attacchi a due impianti che hanno dimezzato la produzione dell’Arabia Saudita, per una perdita di circa il 5% dell’intero output globale.
Oggi invece, intorno alle 16:30, il Wti arretra del 6% a 59,2 $/bl mentre il Brent mostra un ribasso del 6,4% a 64,6 $/bl.
Un ribasso alimentato dalle indiscrezioni di stampa secondo cui Saudi Aramco dovrebbe essere in grado di ripristinare completamente la produzione due o tre settimane, mentre sarebbe già vicina al recupero di circa il 70% della produzione persa.
I tempi potrebbero quindi essere molto più veloci di quanto inizialmente previsto dagli operatori, che rimangono in attesa di maggiori novità su quello che era diventato il tema principale a seguito degli attacchi.
Nel frattempo, per sopperire alle necessità del mercato, l’Arabia Saudita aveva messo a disposizione le proprie scorte mentre gli Stati Uniti hanno autorizzato all’utilizzo della riserva straordinaria in caso di necessità.
Infine, sul fronte delle indagini, la CNN ha rivelato che i missili che hanno colpito gli impianti sauditi, secondo fonti di intelligence, sarebbero partiti da una base iraniana ai confini con l’Iraq.
Una circostanza che, se confermata, potrebbe portare a una reazione militare da parte di Washington anche se per il momento il presidente americano Trump si è espresso in modo ambiguo sul tema.