Carige – L’assemblea approva il piano di rafforzamento patrimoniale

L’assemblea straordinaria di Carige, riunitasi oggi, preso atto dell’autorizzazione della Bce,
ha approvato l’aumento di capitale in forma inscindibile per un importo massimo complessivo di 700 milioni comprensivo di sovrapprezzo, rientrante nell’ambito del piano di rafforzamento patrimoniale da 900 milioni.

Inoltre, gli azionisti hanno approvato l’emissione di massimi 21,25 milioni di warrant 2020-2022 e le modifiche statutarie conseguenti.

L’assemblea ha visto la più alta e sentita partecipazione dei soci nella storia della banca, con la presenza di oltre 20 mila azionisti, in proprio e per delega, in possesso del 47,7% del capitale e la deliberazione è stata assunta con il voto favorevole di oltre il 90% dei presenti, rappresentando la tappa fondamentale del progetto di risanamento e di rilancio del gruppo.

La famiglia Malacalza ha scelto di abbandonare l’assemblea. “Il fatto che Malacalza Investimenti non si sia presentata ci ha consentito questo risultato. È stata una scelta consapevole e dal mio punto di vista generosa”, ha dichiarato alla stampa Pietro Modiano, uno dei commissari.

L’aumento di capitale costituisce il tassello essenziale della complessiva manovra di
rafforzamento patrimoniale che, insieme alle operazioni di de-risking e agli interventi di
rilancio industriale previsti dal piano strategico 2019-23, pongono le premesse per avviare
un possibile percorso di aggregazione con un gruppo bancario cooperativo significativo e votato industrialmente alla salvaguardia del legame con i territori di radicamento.

La manovra, infatti, si basa sull’accordo quadro vincolante siglato il 9 agosto 2019 dai
commissari della banca con la Cassa Centrale Banca (CCB), il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (Fitd) e lo Schema Volontario di Intervento del FItd (Svi).

L’intero importo del rafforzamento è garantito da questi ed altri soggetti finanziari e, una volta eseguito, consentirà di concludere la gestione commissariale e ritornare, con la nomina di nuovi organi amministrativi, ad una gestione ordinaria.