Ubi – Costituito un patto di consultazione sul 16,7% del capitale

Alcuni dei grandi soci di Ubi hanno dato vita a un patto di consultazione a cui farà riferimento il 16,7% del capitale della banca lombarda.

Il nuovo patto riunisce alcuni partecipanti dell’anima bresciana e altri provenienti dalla compagine bergamasca della banca.

Secondo quanto si apprende da una nota, al nuovo patto hanno aderito la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo (5,95%), che precedentemente era indipendente, la Fondazione Banca del Monte di Lombardia (4,95%), che faceva parte del Sindacato Azionisti Ubi Banca (Brescia) e alcune delle principali famiglie imprenditoriali (con circa l’1% ciascuno) che facevano parte del bergamasco Patto dei Mille (Bosatelli, Radici, Bombassei, Pilenga e Andreoletti).

Secondo fonti di stampa, anche la famiglia Beretta, che ha dato disdetta dal patto di Sindacato Azionisti Ubi Banca, ha fatto richiesta di adesione (con circa l’1%) al nuovo patto, che così salirà al 17,7 per cento. Non sono da escludere altri ingressi.

Il nuovo patto “avrà la finalità di rafforzare la coesione e la collaborazione tra soci significativi della banca”,  allo scopo di “favorire in particolare la stabilità della banca e “l’attenzione ad alcuni caratteri identitari”, si legge nella nota.

Il tutto, per confermare Ubi come “banca italiana, indipendente e a forte vocazione imprenditoriale, con attenzione agli interessi socio-economici dei territori di insediamento”, continua il comunicato.

Le attività del patto saranno presidiate da un comitato di presidenza, che all’inizio sarà composto da tre figure di spicco, Mario Cera, Giandomenico Genta e il notaio Armando Santus.

L’efficacia del patto è subordinata al via libera delle autorità competenti e comunque non
decorrerà prima del 1° gennaio 2020.

Si ricorda che nei mesi scorsi la governance è stata rinnovata con l’introduzione del sistema monistico, mentre a livello di vertici si è proseguito sulla strada della continuità con la conferma del Ceo Victor Massiah e con la nomina di Letizia Moratti alla presidenza.

Ora l’attenzione è sul nuovo piano industriale che dovrebbe essere pronto entro fine anno e anche sulle aspettative di consolidamento a cui dovrebbe andare incontro il settore bancario italiano.