Continuano a rincorrersi i rumor su come il Tesoro intenderebbe uscire dal capitale di Mps, di cui detiene il 68 per cento.
Secondo quanto riporta la stampa, in queste settimane sarebbero riprese le discussioni tra i tecnici del Mef e la Dg Comp della Commissione Europea, dopo che erano state già avviate dal precedente Governo.
Il Tesoro deve comunicare come intende uscire dal capitale entro fine anno, anche se alcuni indiscrezioni riportano di una possibile proroga a metà 2020, con l’uscita che è prevista entro il 2021 secondo il piano di ristrutturazione. Il tutto in linea con la normativa europea sugli aiuti di Stato.
Nei giorni scorsi il direttore generale del Tesoro, Alessandro Rivera, ha precisato che si stanno studiando ipotesi di consolidamento.
Per rendere più agevole il percorso, recenti rumor hanno riportato di una possibile separazione degli attivi in bonis, con la good bank che poi verrebbe ceduta, da quelli deteriorati, che finirebbero in un veicolo creato ad hoc.
L’ipotesi di cedere quote tramite accelerated bookbuiling risulta una strada molto più lontana da seguire.
A proposito del de-risking, Lucia Savarese, responsabile della direzione credit non performing di Mps, durante l’Npl meeting in corso a Venezia ha affermato alla stampa che per ridurre tali crediti “Valutiamo tutte le opzioni, ovviamente, ma ci muoviamo nell’alveo del piano. Nel 2019 siamo in linea, per quanto riguarda l’obiettivo cumulato siamo oltre”.