Banche – Le attese di un’aggregazione scaldano Ubi e Banco Bpm

Da tempo sono considerate come i partner ideali, ma la possibilità di un fidanzamento ufficiale era stato sempre smentito dai diretti interessati. Ora invece alcune dichiarazioni più concilianti su una possibile aggregazione tra Banco Bpm e Ubi Banca sono arrivate da esponenti della governance dei due istituti. E i titoli hanno messo le ali in borsa.

Intorno alle 09:40 le azioni di Banco Bpm guadagnano oggi a Piazza Affari il 2,3% a 1,9 euro, mentre i titoli Ubi salgono del 2% a 2,6 euro. Il tutto facendo meglio del resto del settore bancario, con indice Ftse Italia banche mostra un incremento dello 0, per cento.

I tempi per una possibile operazione straordinaria potrebbero avvicinarsi a essere maturi. Banco Bpm, nata dalla fusione tra Banca Popolare di Milano e Banco Popolare avvenuta nel 2017, ha proceduto a tappe forzate a un forte de-risking e a una razionalizzazione organizzativa. E anche Ubi, con la costituzione del nuovo patto che riunisce gli azionisti non più su base geografica, sta provando a lanciare lo sguardo verso l’assetto dei prossimi anni.

E proprio Giandomenico Genta, presidente della Fondazione Cassa Risparmio di Cuneo, e uno dei promotori del nuovo nocciolo duro, ha pochi giorni fa affermato che l’istituto avrebbe dovuto giocare un ruolo da protagonista nel consolidamento bancario italiano.

E in parallelo Giuseppe Castagna, amministratore delegato di Banco Bpm, pur sottolineando che non vi è nessuna operazione concreta allo studio, ha ammesso, parlando ieri con la stampa, che una potenziale operazione con Ubi potrebbe avere senso perché “abbiamo sempre detto che guardiamo ad un tessuto imprenditoriale che è particolarmente forte nel Nord Italia”.

Certo rimane il tema dell’azionariato, fronte sul quale l’istituto di piazza Meda si presenta al momento più frastagliato.

In ogni caso entrambe le banche stanno mettendo a punto il nuovo piano industriale che potrebbe essere presentato a cavallo tra fine 2019 e inizio 2020. Una flessibilità temporale che lascia spazio anche a poter avere più chiarezza su quali elementi sul fronte aggregazioni prevedere nel business plan.