Vimi Fasteners ha chiuso i primi sei mesi del 2019 con ricavi in calo, a causa principalmente del rallentamento del settore Automotive. Questo, insieme alle inefficienze dovute all’ampliamento dello stabilimento produttivo e ai maggiori ammortamenti, hanno impattato su Ebitda ed Ebit, al netto degli oneri non ricorrenti. Il periodo si è chiuso con un utile netto adjusted in calo a 24 mila euro. Dal lato patrimoniale, l’IFRS 16 contribuisce all’aumento dell’indebitamento finanziario netto che sale a 18,1 milioni.
Nei primi sei mesi del 2019 i ricavi consolidati di Vimi Fasteners sono diminuiti del 2,5% a 23,9 milioni rispetto al 1H 2018 quando consolidava la controllata MF Inox a partire dal 1° giugno.
Includendo i risultati di MF Inox dal 1° gennaio 2018, il giro d’affari mostra invece una riduzione del 13,6% rispetto ai 27,7 milioni del dato pro-forma del 1H 2018.
Una performance che riflette principalmente le difficoltà riscontrate nel settore Automotive, solo parzialmente compensate dalla crescita del settore Oil & Gas grazie a MF Inox.
Hanno inoltre tenuto le vendite nel settore Industriale, mentre è proseguita la crescita dei settori aeronautico e aerospace dove la società sta concentrando le proprie risorse al fine di accrescere la quota di mercato.
Dal lato geografico, invece, il fatturato è cresciuto in area UE (+13%), portando l’incidenza al 54% del giro d’affari complessivo.
In calo le vendite in Italia (-15%), che ora rappresentano il 30% del totale, mentre l’incremento di Usa e Canada è stato controbilanciato dalla riduzione rilevata nel resto del mondo.
Per quanto riguarda il backlog, quest’ultimo ammontava a 19 milioni al 30 giugno 2019 rispetto di 22,1 milioni rilevati l’anno precedente.
Nella gestione operativa l’Ebitda adjusted, ante oneri non ricorrenti pari a 0,3 milioni, è diminuito del 3,8% a 2,3 milioni, con il relativo margine in leggero calo al 9,6% (-10 basis point).
Una riduzione imputabile alla perdita di efficienza produttiva causata dai lavori di ampliamento dello stabilimento, che hanno comportato il temporaneo spostamento di alcune linee produttive.
L’Ebit adjusted mostra invece una riduzione del 77,5% a 206 migliaia con un margine sceso allo 0,9% (-280 basis point), scontando anche i maggiori ammortamenti dovuti all’acquisizione di MF Inox e agli investimenti sostenuti negli ultimi anni.
Il periodo si è chiuso con un utile netto adjusted pari a 24 migliaia, in calo rispetto alle 682 migliaia del 1H 2018 anche a causa del peggioramento della gestione finanziaria, non pienamente bilanciato dalla presenza di un recupero di imposte.
Al lordo degli oneri non ricorrenti, il gruppo chiude il periodo con una perdita netta di 184 mila euro.
Dal lato patrimoniale l’indebitamento finanziario netto è salito a 18,1 milioni rispetto ai 14,7 milioni rilevati a fine anno 2018, di cui 1,5 milioni inerenti all’introduzione del principio contabile IFRS 16.
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