Giandomenico Genta, presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, primo azionista di Ubi con quasi il 6% del capitale e promotore del nuovo Sindacato Azionisti Ubi Banca che riunisce il 16,7% del capitale della banca, torna sull’argomento aggregazioni.
E lo fa sostenendo che prossimi consolidamenti nel settore bancario “saranno veramente molto possibili”. In quest’ottica, la formazione del nuovo patto allargato di Ubi, che unisce soci con una quota superiore all’1% del capitale, superando le differenze di provenienza geografica, non costituisce un ostacolo.
Genta, dopo le dichiarazioni che hanno focalizzato l’attenzione su una possibile unione con Banco Bpm, allarga però il tiro.
“I soggetti che in qualche modo possono essere interessati sono Banco Bpm, Bper e Mps” ha detto alla stampa, “sono tutti dossier che una banca come Ubi dovrà esaminare attentamente uno per uno, anche solo per escluderli, ma esaminarli”.
Genta ha precisato che al momento non ci sono dossier aperti. “Non sono definiti i tempi per future analisi. Però” ha aggiunto il numero uno della fondazione piemontese, “fa piacere che Castagna abbia detto che non vede male un’aggregazione con Ubi”.
Intorno alle 12:15 a Piazza Affari si è incrementato il rialzo dei due titoli sotto la lente. Banco Bpm sale del 2,7% a 1,9 euro, mentre Ubi guadagna l’1,3% a 2,6 euro.