Bce – Aggiornamento mensile sul portafoglio titoli

L’aggiornamento delle consistenze dei titoli in pancia all’Eurotower slitta come di consueto di un giorno al termine di ogni trimestre per consentire la corretta valorizzazione che fa seguito alla procedura di ammortamento prevista.

Questa, al solito, giustifica l’apparente calo degli investimenti rilevato nel mese di settembre che, come si vede in tabella, evidenzia una diminuzione prossima ai 7,4 miliardi di euro che è in realtà imputabile interamente alle rettifiche di valore contabilizzate e dovute, come noto, all’anomalia creata dall’investimento a rendimenti prevalentemente negativi.

Il calo è ovviamente distribuito in maniera relativamente proporzionale ai quattro comparti considerati, con la variazione assoluta preponderante (6 miliardi circa) per i titoli di Stato.

Ma guardando ai dati disaggregati al lordo dell’effetto ammortamento, informazione che viene comunque puntualmente fornita dalla BCE nel dettaglio supplementare disponibile, si osserva che in realtà gli acquisti netti del mese ammontano ad una cifra positiva complessiva di poco superiore ai 600 milioni di euro.

All’interno di questo numero, spacchettato per i singoli paesi comprendendo anche la voce residuale degli emittenti sovranazionali (es Bei, Banca Mondiale…), si scopre quindi che per esempio i titoli tedeschi e italiani hanno registrato una diminuzione di poco più di un miliardo ciascuno e che la Francia viceversa ha visto un incremento della stessa entità (un miliardo).

Sul fronte della durata complessiva ponderata sempre della componente titoli pubblici, la principale visto che pesa per oltre gli 8/10 del totale di portafoglio, la variazione è insignificante.

In attesa quindi della ripartenza della nuova politica di acquisti incrementali a botte di 20 miliardi al mese a partire dal 1 novembre (ovviamente in aggiunta ai reinvestimenti già previsti) annunciata da Mario Draghi nel corso della sua ultima conferenza stampa da Presidente, va infine preso atto che il dato aggiornato dell’importo in scadenza nel mese corrente ammonta alla considerevole cifra di 31 miliardi e 750 milioni di euro, il valore più alto di tutto il 2019 che costituisce di suo un buon “viatico” di transizione.