Le borse europee si muovono in ribasso dopo che i futures statunitensi hanno cancellato i guadagni delle prime ore, nonostante la produzione industriale tedesca di agosto sopra alle attese.
Intorno alle ore 11:30, il Ftse Mib di Milano cede lo 0,8%. Il Dax30 di Francoforte lascia sul terreno lo 0,7%, il Cac40 di Parigi lo 0,6%, l’Ibex35 di Madrid lo 0,8% mentre il Ftse 100 di Londra resta sulla parità.
Gli operatori continuano a monitorare con attenzione l’evoluzione e la ripresa delle trattative commerciali tra Stati Uniti e Cina, aspettando l’incontro e il nuovo round di negoziati tra le due principali economie mondiali in programma questa settimana.
Il 10-11 ottobre la delegazione guidata dal vicepremier Liu He e dal governatore della People’s Bank of China, Yi Gang, incontrerà infatti a Washington proprio il rappresentante al Commercio americano Robert Lighthizer e il segretario al Tesoro Usa Steven Mnuchin.
Il raggiungimento di un accordo potrebbe ridare slancio al rally sperimentato dalle borse da inizio anno e proprio ieri il presidente statunitense Donald Trump si è detto ottimista sulla possibilità di trovare una soluzione condivisa, aggiungendo tuttavia come un accordo parziale non sarebbe l’ipotesi migliore.
Al tempo stesso l’amministrazione Usa ha inserito 28 società cinesi, di cui 8 tecnologiche, all’interno della black list delle società che violano i diritti umani contro le minoranze musulmane. Pechino d’altro canto studia ancora il modo per restringere le materie oggetto dell’accordo, escludendo dal tavolo delle trattative alcune questioni.
Sullo sfondo restano le nuove indicazioni sulle prossime mosse della Federal Reserve attese dall’intervento di questa sera del chairman Jerome Powell e la diffusione domani delle minute del Fomc.
Sul Forex, l’Euro guadagna terreno nei confronti del dollaro (Eur/Usd a 1,0986). La sterlina, arretra nei confronti delle altre valute dopo gli ultimi sviluppi sulla Brexit: Bruxelles ha chiesto al primo ministro britannico Boris Johnson di presentare una nuova proposta per l’uscita dall’Europa al vertice del 17-18 ottobre e, in mancanza di un’intesa, la deadline sarà posticipata dal 31 ottobre al 31 gennaio.
Tra le materie prime, scendono le quotazioni del greggio con il WTI e il Brent rispettivamente a 52,58 dollari al barile (-0,3%) e 58,29 dollari al barile (-0,1%).
Sull’obbligazionario, infine, lo spread Btp-Bund sale leggermente a 142,5 punti base, con il rendimento del decennale italiano allo 0,845 per cento. Oggi è stata diffusa dall’Istat la nota sulle vendite al dettaglio di agosto che hanno registrato una diminuzione congiunturale dello 0,6% (-0,5% luglio e consensus +0,1%) e una variazione tendenziale in aumento dello 0,7% (+2,6% luglio e consensus +2,6%).
Tornando a Piazza Affari, UBI si posiziona in testa (+1%), seguita da Hera (+0,4%) e Banco BPM (+0,4%). In coda Buzzi (-1,7%), CNH (-1,9%) e Diasorin (-3,1%).