Il Ftse Italia Servizi Finanziari termina con un calo dello 0,8% e in linea all’analogo europeo (-0,6%), risentendo della frenata del comparto bancario (-1,2%) e uniformandosi al Ftse Mib (-1,1%).
Sullo sfondo permangono i timori per il rallentamento della crescita globale, soprattutto a causa della diatriba commerciale a colpi di dazi tra Stati Uniti e Cina, anche se le due superpotenze sono pronte a proseguire i negoziati in questa settimana. A questo si aggiunge l’incognita Brexit.
Sul fronte italiano, il nuovo Governo appoggiato da 5 Stelle e PD e guidato da Giuseppe Conte ha aggiornato i target della manovra, che prevede un tasso di crescita del Pil dello 0,6% e un rapporto deficit/Pil al 2,2% per l’anno prossimo.
Il nuovo rallentamento del settore creditizio ha impattato anche sui titoli dell’asset management.
Sul listino stop per Exor (-1,2%), che ha emesso un bond, e per Nexi (-0,4%), che prosegue sulla falsariga dell’ultimo periodo.
Tra le Mid Cap frena Banca Ifis (-3,6%), che ha prorogato al prossimo 31 ottobre il termine per il dialogo in esclusiva con Credito Fondiario.
Tiene doValue (+0,5%), che secondo rumor potrebbe, così come Cerved (-0,9%), essere nuovamente interessata alla piattaforma di gestione di Eurobank.
Tra le Small Cap in rosso Banca Intermobiliare (-1,1%), il cui cda ha varato un nuovo piano industriale al 2024 il cui sviluppo sarà accompagnato da un aumento di capitale da 100 milioni.
Tornano gli acquisti su Banca Sistema (+1,4%), dopo i realizzi che hanno contraddistinto gli ultimi giorni.