La mancanza di dettagli riguardanti l’accordo di massima raggiunto tra Stati Uniti e Cina ha alimentato lo scetticismo degli operatori in merito. Preoccupazioni ampiamente riflesse nell’andamento in ribasso dell’azionariato europeo e dei futures di Wall Street.
Intorno alle ore 12:00, il Ftse Mib di Milano cede lo 0,6% in area 22.025 punti. Il Dax di Francoforte lascia sul terreno lo 0,9%, il Cac40 di Parigi l’1%, l’Ibex35 di Madrid lo 0,8% e il Ftse 100 di Londra lo 0,6%.
L’euforia innescata sui mercati dopo l’intesa raggiunta dalle due superpotenze nel corso degli incontri a Washington e il rinvio delle tariffe USA su 250 miliardi di dollari di importazioni cinese è stata parzialmente attenuata dalla mancanza di maggiori indicazioni.
La Cina dovrebbe aumentare gli acquisti di prodotti agricoli USA di 40-50 miliardi di dollari e al tempo stesso andare incontro alle richieste americane riguardanti la proprietà intellettuale e la valuta. Linee generali di un accordo che potrebbe essere siglato già il prossimo mese, quando l’inquilino della Casa Bianca incontrerà il suo omologo cinese Xi Jinping in Cile.
Le dichiarazioni, più prudenti, arrivate da Pechino hanno contribuito a smorzare gli entusiasmi. La superpotenza asiatica si è infatti limitata a sottolineare i significativi progressi raggiunti nei colloqui senza fare alcun riferimento a un eventuale accordo.
Sul fronte macro, i dati di settembre sul commercio cinese hanno deluso le attese, risentendo della prolungata disputa sulle tariffe con gli Usa oltre che del rallentamento della crescita globale.
I dati sulla produzione industriale dell’Eurozona hanno evidenziato un aumento su base mensile dello 0,4% (consensus +0,3%) e un calo su base annua del 2,8% mentre le attese degli analisti indicavano una variazione tendenziale negativa del 2,5 per cento.
Sul Forex, poco mosso il biglietto verde nei confronti della divisa unica (Eur/Usd a 1,1040) mentre arretra leggermente nei confronti dello yen (Usd/Jpy a 108,16). Ricordiamo che venerdì la FED ha annunciato l’acquisto di circa 60 miliardi di dollari al mese di titoli di Stato per assicurare “ampie riserve” nel sistema bancario in un programma che proseguirà almeno fino al secondo trimestre 2020.
Scende la sterlina verso le altre valute (Gbp/Usd a 1,2559 e Eur/Gbp a 0,8790) dopo gli ultimi aggiornamenti negativi sul fronte Brexit: i negoziatori Ue hanno avvertito che i piani del premier britannico Boris Johnson non sono abbastanza buoni per essere la base di un accordo.
Sull’obbligazionario, il rendimento del decennale italiano si attesta allo 0,914% con il relativo spread verso il bund tedesco a 138 punti base.
Tornando a Piazza Affari, acquisti su Juventus (+1,8%), Amplifon (+0,9%) e Banco Bpm (+0,8%). In coda CNH (-2,1%), FinecoBank (-2,7%) e Tenaris (-3,2%).