Obbligazioni – Entusiamo effimero

Lo slancio di ottimismo che aveva caratterizzato le ultime due sessioni della settimana conclusa grazie ai presunti progressi del tavolo negoziale cino-americano lascia il posto in apertura delle piazze europee a maggiore pragmatismo.

A partire dalla bilancia commerciale di Pechino il cui saldo di settembre continua a sorprendere sfiorando i 40 miliardi di dollari. Peccato che il saldo derivi da numeri assoluti che si contraggono in entrambi i termini della differenza: calo delle importazioni dell’8,5% e quello assai inferiore (3,5%) delle esportazioni. Un dato quindi che testimonia ancora una volta gli effetti palesi del rallentamento degli scambi.

C’è poi la deflazione che colpisce i prezzi all’ingrosso tedeschi, -1,9% su base annua e -0,4% mensile (quest’ultimo, in realtà, meno peggio di quanto si temesse), che costringe il Bund a riflettere sulla direzione di marcia che aveva preso negli ultimi giorni spingendolo di nuovo verso zona -0,50%.

Con uno spread appena di un centesimo sotto soglia 150, il Btp galleggia nel gruppo dei benchmark e resta insensibile alle ultime battute dello sprint che deve portare entro domani a consegnare la Legge di Bilancio a Bruxelles, mettendo tuttavia in evidenza tutti i limiti della poliedrica coalizione che ne partecipa più o meno direttamente alla scrittura.

Sulla sfondo continuano più che ad aleggiare questioni politiche non marginali a partire dalla situazione in quella fascia di Kurdistan in cui si fa fatica a capire quanti siano i belligeranti e quali i fiancheggiatori, piuttosto che in maniera solo apparentemente più trasparente come si svilupperà l’epilogo, che andrebbe messo tra virgolette, della Brexit ormai a meno di tre settimane dalla scadenza, o con tutta evidenza quella dell’affermazione sovranista polacca che ricorda a tutti come l’effetto green non abbia sopito ovunque un malcontento che sale dal basso.

Nella fase di meditazione che accompagnerà probabilmente la giornata, si distingue un marginale recupero del dollaro, in queste ore attorno a 1,1020, mentre va considerato con prudenza l’ulteriore allungo in senso positivo dello spread dei corporate high-yield che seguono l’umore delle Borse e si disinteressano, al momento, di quello dei tassi d’interesse. Spread in recupero di 6 centesimi in dollari (426 punti base) e di ben 8 sugli euro a 384 nell’ultima fotografia di fine giornata disponibile.