Dallo scorso 13 agosto le quotazioni dei titoli dell’istituto guidato da Carlo Messina hanno avviato un deciso movimento ascendente, registrando nella seduta del 1° ottobre il nuovo massimo relativo intraday a 2,198 euro. La successiva correzione dei corsi delle azioni Intesa Sanpaolo si è poi estesa fino all’importante supporto statico posizionato a 2,062 euro, la cui tenuta ha consentito un veloce recupero fino al sopracitato top a ridosso di 2,20 euro.
Una chiusura di seduta odierna al di sopra di questo fondamentale livello potrebbe, quindi, rappresentare un nuovo e cruciale segnale di forza per le quotazioni dei titoli del gruppo bancario milanese in quanto la conseguente ripresa del trend rialzista di medio periodo potrebbe consentire un allungo in direzione della successiva resistenza statica individuabile a 2,228 euro, al di sopra della quale la successiva barriera da monitorare nel brevissimo periodo è posizionabile a quota 2,262 euro. L’eventuale breakout di questo livello potrebbe poi permettere ai corsi delle azioni Intesa Sanpaolo di mettere i massimi del 2019 raggiunti la scorsa primavera e in particolare un primo obiettivo rialzista di breve periodo è individuabile a 2,305 euro e un secondo a quota 2,359 euro.
Un primo segnale di stanchezza per le quotazioni dei titoli del gruppo di Ca’ de Sass, al contrario, potrebbe arrivare dal cedimento di un primo supporto statico posizionato a 2,164 euro in quanto il possibile incremento della pressione dei venditori potrebbe favorire una discesa fino al successivo supporto statico, ma anche dinamico, individuabile a 2,123 euro. Nel caso di rottura al ribasso della trendline ascendente di medio periodo, il relativo deterioramento del quadro grafico (a neutrale dal precedente rialzista), potrebbe implicare una proiezione ribassista verso un primo obiettivo individuabile a 2,079 euro, al di sotto del quale il successivo target è posizionabile a quota 2,044 euro.
La performance da inizio anno dei titoli Intesa Sanpaolo è pari a +13,9% (+3,2% nell’intero 2018) e il target price medio sulla base dei contributi dei 27 analisti rilevati da Bloomberg è pari a 2,26 euro, con un potenziale rialzista del 2,3 per cento.
Quotazione di riferimento: 2,21 euro
+6,7% è il potenziale rialzista rispetto alla quarta resistenza a 2,359 euro;
+4,3% è il potenziale rialzista rispetto alla terza resistenza a 2,305 euro;
+2,4% è il potenziale rialzista rispetto alla seconda resistenza a 2,262 euro;
+0,8% è il potenziale rialzista rispetto alla prima resistenza a 2,228 euro;
-2,1% è la potenziale flessione rispetto al primo supporto a 2,164 euro;
-4,0% è la potenziale flessione rispetto al secondo supporto a 2,123 euro;
-5,9% è la potenziale flessione rispetto al terzo supporto a 2,079 euro;
-7,5% è la potenziale flessione rispetto al quarto supporto a 2,044 euro.