Bankitalia avrebbe avviato un’azione di moral suasion nei confronti di Banca Intermobiliare (Bim) per esplorare la possibilità di rafforzarsi attraverso la ricerca di un partner.
Secondo quanto riportato da fonti di stampa, via Nazionale avrebbe anche contattato altre realtà del settore del private banking per valutare l’ipotesi di aggregazione con Bim, il cui nuovo piano industriale non esclude possibili M&A per raggiungere gli obiettivi.
Tra chi avrebbe esaminato il dossier, ma decidendo poi di non approfondire la pratica, vi sarebbe anche Banca Generali.
Bim, dopo l’acquisto da parte del fondo Attestor, il rinnovo del management e l’approvazione del nuovo piano industriale varato lo scorso settembre, cerca di lasciarsi alle spalle la gestione del periodo in cui faceva parte del gruppo Veneto Banca.
Il nuovo piano prevede il raggiungimento di un utile netto di 15 milioni nel 2024, ma si basa su un percorso giudicato piuttosto ambizioso che poggia sul raddoppio delle masse gestite a 10 miliardi a regime e su un piano di taglio dei costi per portare il cost/income ratio dal 188% al 78 per cento.
Obiettivo che passerebbe per una riduzione del personale di circa un terzo. Elemento questo sul quale i sindacati sono già sul piede di guerra, mentre da parte del socio di maggioranza la sua realizzazione è considerata un vincolo all’impegno di partecipare con una quota di 44 milioni al rafforzamento patrimoniale da 100 milioni da realizzare ove diventi necessario nell’arco della realizzazione del piano, in una o più tranche.
Bankitalia ha completato a giugno una ispezione al termine della quale ha indicato l’obiettivo di mantenere il Cet1 al di sopra del 10,37 per cento. A fine giugno il Cet1 phased in era par al 17,97%, ma la società non sta operando in break-even.