Il Ftse Italia Servizi Finanziari termina con un progresso dell’1% e “battendo” l’analogo europeo (+0,2%), beneficiando della tenuta del comparto bancario (+0,1%) e chiudendo in direzione opposta rispetto al Ftse Mib (-0,2%).
Sullo sfondo permangono i timori per il rallentamento della crescita globale, soprattutto a causa della diatriba commerciale a colpi di dazi tra Stati Uniti e Cina, con le due superpotenze che però hanno ripreso i negoziati e raggiunto un accordo di massima.
Intanto, è stato raggiunto un accordo tra Unione Europea sulla Brexit, in attesa del voto del parlamento inglese.
Sul fronte italiano, il Governo, che ha aggiornato i target della manovra con un tasso di crescita del Pil dello 0,6% e un rapporto deficit/Pil al 2,2% per l’anno prossimo, ha ultimato i dettagli del documento programmatico relativo alla manovra 2020 che ieri doveva essere inviata alla Commissione Europea.
La resistenza mostrata dal creditizio ha impattato in larga anche sui titoli dell’asset management, incluse Azimut (+1,1%) sul Ftse Mib e Banca Generali (+2,3%) nel Mid Cap.
Sul listino principale ritraccia Nexi (-1,5%), che ha fissato le condizioni di un bond da 825 milioni e che potrebbe beneficiare delle iniziative che il Governo ha in mente per favorire i pagamenti elettronici.
Tra le Mid Cap ok Banca Ifis (+0,3%), che ha prorogato al prossimo 31 ottobre il termine per il dialogo in esclusiva con Credito Fondiario, e doValue (+2,5%), che ha siglato un accordo con Alpha Bank, mentre frena Cerved (-0,2%), che secondo indiscrezioni di stampa potrebbe cedere la divisione Npl a Intrum.
Tra le Small Cap nuovo stop per Banca Intermobiliare (-0,8%), i cui conti continuano a essere deboli che secondo rumor di stampa avrebbe ricevuto una moral suasion da parte di Bankitalia per un’aggregazione.