Dopo un biennio difficile, che ha portato il management ad attuare un’importante riorganizzazione, rinnovamento e ristrutturazione in particolare del settore Pelletteria, il gruppo raccoglie i primi frutti delle azioni intraprese. Nel primo semestre 2019 sono infatti tornati positivi i principali margini operativi, anche grazie all’andamento facorevole dei cambi, con il risultato netto positivo per 1,1 milioni, dai 3 milioni di deficit di fine giugno 2018.
MODELLO DI BUSINESS
Il gruppo Fedon è leader internazionale nella produzione e commercializzazione di porta-occhiali ed accessori per il settore ottico. Inoltre, opera nei settori della pelletteria e degli articoli per l’ufficio e per il regalo a marchio Fedon 1919.
Questi ultimi sono distribuiti in tutto il mondo anche attraverso una rete retail di negozi monomarca, sia a gestione diretta che indiretta. Il core business è rappresentato dalla produzione e la commercializzazione di porta-occhiali destinati ai grandi fabbricanti del settore ottico, sia in Italia che all’estero.
Il gruppo possiede tre stabilimenti produttivi (Italia, Romania e Cina) e cinque filiali commerciali (Usa, Hong Kong, Germania, Francia e Spagna). Nell’ambito della distribuzione, il retail rimane il punto di forza della distribuzione, con la presenza di punti vendita diretti in mall aeroportuali dislocati in Italia, Spagna, Francia e Hong Kong.
CONTO ECONOMICO
Il gruppo chiude il primo semestre 2019 riportando i conti in nero, con un utile netto di 1,1 milioni, rispetto al deficit di 3,2 milioni di fine giugno 2018, grazie alla profonda ristrutturazione di entrambe le linee di business, avviata alla fine della passata gestione.
Nel periodo i ricavi sono saliti su base annua del 3% a 32,8 milioni, sostenuti dal positivo andamento della divisione core dell’occhialeria (+4,3% a 30,2 milioni), a fronte della diminuzione della pelletteria (-9,7% a 2,5 milioni) dovuta sostanzialmente alla decisione di ridurre la rete di negozi non performanti.
Positivo l’Ebitda per 3,9 milioni (1,9 milioni di perdita del giugno 2018), pari al 12% dei ricavi, beneficiando della riduzione dei costi connessa alla riorganizzazione e alla razionalizzazione ed efficienza degli acquisti, e dell’applicazione dell’IFRS 16, che ha comportato la riclassifica di affitti passivi per 1,3 milioni negli ammortamenti (inclusi nei costi di godimento di beni di terzi nel 2018).
Migliora anche l’Ebit a 1,9 milioni, dal deficit di 2,8 milioni del giugno 2018, dopo ammortamenti più che raddoppiati a 2 milioni risentendo dell’applicazione del citato principio contabile. La gestione finanziaria consuntiva oneri netti più che triplicati a 0,7 milioni per effetto della componente cambi.
Diversamente la passata gestione si è chiusa in profondo rosso, condizionata dal calo degli ordinativi del core business e dal negativo andamento della pelletteria, oggetto di uno scorporo a fine 2017 e successiva ristrutturazione e revisione della strategia di sviluppo.
I ricavi sono diminuiti del 2,4% a 65,8 milioni. L’Ebitda registra una perdita di 0,4 milioni(positivo per 2,2 milioni nel 2017), a causa della riduzione del fatturato e dell’aumento dei costi di gestione. Aumenta il deficit l’Ebit (+46% a 4,7 milioni), nonostante ammortamenti scesi del 10% a 1,8 milioni e accantonamenti e svalutazioni per 2,5 milioni (-27%), di cui 2 milioni riferiti a costi sostenuti per la riorganizzazione del gruppo; al netto dei quali, l’Ebit sarebbe negativo per 2,6 milioni. La perdita netta sale a 5 milioni dopo oneri finanziari netti dimezzati a 0,5 milioni e imposte scese a 0,1 milioni (0,3 milioni nel 2017).
BREAKDOWN RICAVI
Il core business registra un fatturato salito a 30,2 milioni (+4,3% a/a). In particolare le vendite ai fabbricanti di ottica si attestano a 26,3 milioni (+2,5%), in linea con i volumi leggermente più alti richiesti dal mercato. A livello di canale distributivo, aumentano del 18% a 3,9 milioni i ricavi wholesales destinati ai negozi ottica, grazie alla riorganizzazione delle reti di vendita e alle politiche di sconto.
Il settore Pelletteria (-9,7% a 2,5 milioni) evidenzia, da un lato, un aumento dei ricavi wholesale (+32%), dall’altro, un calo del fatturato retail, diretto e indiretto, del 12% prevalentemente per la chiusura di 9 negozi nel corso del 2018; +13% a perimetro costante.
Da punto di vista geografico, l’Italia si conferma il primo mercato di riferimento (54% del totale) con uno sviluppo dei ricavi del 12% a 17,8 milioni. Rimane sostanzialmente stabile l’incidenza di Francia (+3% a 2 milioni) e Stati Uniti (+2% a 1,7 milioni) rispettivamente al 7% e 8%. Cedono del 9% a 10 milioni i ricavi realizzati negli altri paesi con un’incidenza al 31% (36% nel giugno 2018).
STATO PATRIMONIALE
Al fine giugno 2019 l’indebitamento finanziario netto è salito a 14 milioni dai 9 milioni a fine 2018. Un andamento riconducibile principalmente alla prima applicazione del citato IFRS 16 che ha inciso per circa 6 milioni.
Depurato da tale impatto, l’indebitamento finanziario netto risulta pari a 8 milioni, in miglioramento di 1 milione dal fine 2018.
RATIO
I principali ratio riflettendo l’andamento economico-patrimoniale, mostrano un andamento altalenante, ma in miglioramento nel primo semestre 2019. In progressivo appesantimento il grado di copertura dell’indebitamento, salito a 1,2 volte a fine giugno 2019, anche a seguito dell’andamento del patrimonio netto. Il Roe non significativo a fine 2017 e 2018 alla luce delle perdite registrate, nel semestre si attesta su un buon livello e pari al 19,4%:
OUTLOOK
L’andamento della gestione nei primi sei mesi dell’esercizio 2019 evidenzia un miglioramento, frutto della riorganizzazione attuata e dell’andamento favorevole dei cambi. Nonostante persista una rinnovata pressione del mercato sui costi, il management prosegue con le attività di efficientamento e miglioramento degli indicatori di performance, al fine di poter consolidare i positivi risultati anche nella seconda parte dell’anno.
BORSA
Performance invariata da inizio anno per il titolo Giorgio Fedon che oggi quota 7 euro, dopo avere toccato 7,85 euro il 19 settembre successivamente alla comunicazione dei risultati del primo semestre 2019. L’azione ha toccato il prezzo massimo a oltre 8 euro il 22 febbraio. Ha mostrato invece un calo del 7% l’indice di riferimento, il FTSE Aim Italia.