I grandi soci di Ubi e Bper vedrebbero di buon occhio una possibile aggregazione tra i due istituti. L’attesa fase di concentrazione tra gli istituti di credito di medio-grandi dimensioni della penisola è per il momento ancora in una fase di ammiccamenti tra i diversi protagonisti, che studiano le varie ipotesi nello scenario.
Per Ubi il partner che sembra più plausibile è Banco Bpm, anche per dichiarazioni favorevoli da parte di manager e soci di entrambi i gruppi. Tuttavia, l’alleanza potrebbe presentare alcuni ostacoli, quali un’eventuale necessità di rafforzamento patrimoniale e la mancanza di grandi soci di riferimento nel capitale dell’istituto guidato da Giuseppe Castagna. Per cui gli azionisti dell’istituto guidato da Victor Massiah stanno esaminando anche altre ipotesi di merger.
Una di queste potrebbe essere Bper. E l’ipotesi di un’alleanza, secondo quanto riportato dal Sole 24Ore, sarebbe vista con favore dai soci di entrambi i gruppi.
Da parte di Ubi dalle Fondazioni, quali quella di Cuneo, attorno alle quali si è formato il nuovo patto di sindacato dei grandi soci che già riunisce oltre il 17% del capitale. Sul fronte Bper, invece, ci sono Unipol, che ha già dichiarato per voce del suo amministratore delegato Carlo Cimbri di essere favorevole a una crescita per vie esterne.
Per Cimbri, inoltre, non è di secondaria importanza il fatto che Ubi stia ancora rivedendo la propria strategia nel settore assicurativo e non disponga di un partner quale per esempio Cattolica per Banco Bpm.
L’alleanza tra Ubi e Bper potrebbe dare vita a un gruppo di oltre 5 miliardi di capitalizzazione, ancora lontano dai due principali istituti della penisola, Intesa Sanpaolo e UniCredit. E potrebbe, in un secondo tempo, aprire le porte anche ad altri partner quali Mps, una volta superate le varie questioni sul tavolo.