Servizi Finanziari (-1,1%) – Ok Fineco (+0,2%), vendite su Exor (-1,4%) e doValue (-1,1%)

Il Ftse Italia Servizi Finanziari termina con un ribasso dell’1,1% e allineato all’analogo europeo (-1%), risentendo della frenata del comparto bancario (-0,1%) e uniformandosi al Ftse Mib (-0,6%).

Sullo sfondo permangono i timori per il rallentamento della crescita globale, soprattutto a causa della diatriba commerciale a colpi di dazi tra Stati Uniti e Cina, con le due superpotenze che però hanno ripreso i negoziati e raggiunto un accordo di massima, che potrebbe essere parzialmente ratificato nelle prossime settimane.

Intanto, è stata raggiunta un’intesa tra Regno Unito e Unione Europea sulla Brexit, che deve però essere ratificata dal Parlamento britannico.

Sul fronte italiano, il Governo ha ultimato i dettagli del documento relativo alla manovra 2020, inviato alla Commissione UE, la quale ha chiesto chiarimenti in proposito, precisando che la traiettoria di riduzione del debito potrebbe andare contro le regole europee, anche se non sono attesi grossi sconvolgimenti nell’impalcatura.

Il rallentamento del settore creditizio ha impattato in larga parte anche sui titoli dell’asset management, tra i quali resiste Fineco (+0,2%).

Sul listino principale stop per Nexi (-1,2%), con il Governo che ha rinviato le misure allo studio per favorire i pagamenti elettronici, ed Exor (-1,4%), mossasi in scia all’andamento negativo delle principali controllate quotate.

Tra le Mid Cap frena Banca Ifis (-0,5%), mentre si avvicina la scadenza del 31 ottobre per il dialogo in esclusiva con Credito Fondiario. Ok Cerved (+0,9%), mentre rallenta doValue (-1,1%), con queste ultime che secondo rumor di stampa potrebbero essere coinvolte in un’operazione di de-risking con Popolare Sondrio.

Tra le Small Cap tenta un recupero Banca Intermobiliare (+1,2%), i cui conti continuano a essere deboli che secondo rumor di stampa avrebbe ricevuto una moral suasion da parte di Bankitalia per un’aggregazione.