“Siamo molto soddisfatti degli incontri fatti con gli investitori, alla luce dell’interesse dimostrato per la nostra azienda e dell’apprezzamento espresso per la nostra strategia”.
Così commenta Pietro Iotti, Amministratore delegato di Sabaf, la partecipazione alla Star Conference di Londra. “In un contesto di mercato incerto come quello attuale, i fondi istituzionali si trovano a detenere un ingente ammontare di liquidità da investire alla ricerca di rendimenti interessanti”.
“In tal senso, società con buone prospettive di crescita e con piani industriali credibili rappresentano opportunità che vengono attentamente monitorate, pur in clima ancora caratterizzato da un approccio wait and see soprattutto per quanto riguarda il settore industriale e le small cap” spiega Iotti.
E dopo la presentazione l’anno scorso del nuovo e ambizioso business plan 2018-2022, Sabaf sembra poter entrare di diritto in quella categoria di società che suscitano il potenziale interesse degli investitori.
L’obiettivo del gruppo è sostanzialmente quello di raddoppiare il fatturato nell’arco di piano, raggiungendo i 250-300 milioni nel 2022 attraverso una strategia basata su un mix di investimenti per sostenere la crescita organica (80-90 milioni in cinque anni) e dell’attività di M&A (140 milioni in cinque anni, di cui 50 milioni già impiegati).
Il tutto mantenendo una redditività intorno al 20% in termini di Ebitda margin, che dovrebbe consentire una buona generazione di cassa (130-150 milioni nei cinque anni) garantendo una solidità patrimoniale con un rapporto Net debt/Ebitda inferiore a 2x nonostante l’incremento atteso del debito (stimato a 120 milioni nel 2022).
Elemento che dovrebbe garantire inoltre una politica di distribuzione dividendi costante, con circa 6-7 milioni all’anno previsti in arco di piano pari a uno yield di circa il 3% agli attuali prezzi di borsa.
Una strategia che dovrebbe consentire un ritorno alla crescita organica già a partire dal prossimo anno, dopo le difficoltà del primo semestre riconducibili soprattutto alla debolezza del quadro macroeconomico.
“Per il 2020 prevediamo un ritorno alla crescita grazie alle iniziative che abbiamo intrapreso verso una maggiore internazionalizzazione e differenziazione di prodotto, mentre per quest’anno i risultati dovrebbero beneficiare soprattutto del contributo delle neo-acquisite” prosegue l’Ad.
In particolare, “gli investitori hanno apprezzato il nostro processo di internazionalizzazione che ci porterà ad essere una realtà sempre più globale, rafforzando la leadership in Europa e intensificando i rapporti in Nord America e in Cina. Abbiamo inoltre deliberato un investimento per la creazione di uno stabilimento in India, con l’obiettivo di iniziare la produzione nel 2021”.
Il tutto accompagnato da una strategia di sviluppo per linee esterne che ha già visto il closing di due importati acquisizioni negli scorsi mesi, Okida e C.M.I.
“Operazioni accolte positivamente dagli analisti e che ci spingono a continuare a lavorare su questo fronte” sottolinea Iotti. “Proseguiamo il nostro processo di screening per cogliere eventuali opportunità, con una politica ben precisa che individua target già profittevoli e mira alla creazione di valore”.