Pirelli ha chiuso i primi nove mesi 2019 con ricavi in crescita del 2,8% (+2,3% la crescita organica) a 4.036 milioni, grazie al rafforzamento registrato sul segmento High Value, che oggi rappresenta il 67,4% dei ricavi complessivi (rispetto al 64,5% dei primi nove mesi del 2018)
In particolare, i volumi complessivi hanno registrato un calo del 3,1%, con quelli High Value cresciuti del 6% e quelli del segmento Standard in calo del 12,2 per cento.
Il price/mix (+5,4%) è stato supportato dal crescente peso dell’High Value e dal miglioramento del mix prodotto. Più contenuto il miglioramento nel terzo trimestre (+3,5%) per effetto del ribilanciamento delle vendite fra Primo Equipaggiamento e Ricambi, di una minore riduzione dello Standard e della pressione competitiva sui prezzi.
A livello di gestione operativa, l’Ebitda adjusted ante costi di start-up è cresciuto del 7,6% a 1.008 milioni, con un’incidenza sul fatturato al 25% (+110 punti base). Il dato include un beneficio di 77,6 milioni derivante dall’applicazione del nuovo principio contabile IFRS 16.
L’Ebit adjusted ante costi di start-up ha segnato un -2,4% a 714 milioni e una marginalità al 17,7% (-100 punti base), anche a seguito di maggiori costi di insaturazione della capacità Standard connessi a una minore produzione per normalizzarne il livello delle scorte.
Il risultato netto delle attività in funzionamento è aumentato del 2% a 385,7 milioni. Al risultato ha contribuito anche il beneficio derivante dai crediti di imposta in Brasile per circa 102 milioni mentre il dato dei primi nove mesi 2018 includeva il beneficio derivante dall’applicazione del regime di tassazione agevolato Patent Box.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto si è attestato a 4.002 milioni (4.480 milioni includendo l’impatto dell’IFRS 16), in aumento rispetto ai 3.180 milioni al 31 dicembre 2018 per effetto della consueta stagionalità del capitale circolante e il pagamento di 177 milioni di dividendi.