Tenaris ha chiuso il terzo trimestre dell’anno con ricavi e gestione operativa in calo, a causa del rallentamento delle attività di perforazione in Usa e Argentina con ripercussioni sulla domanda di riferimento e sui prezzi medi di vendita. In deciso peggioramento anche l’utile netto di competenza dei soci crollato a 107 milioni di dollari (-56,9%) su cui hanno pesato l’aggravio del carico fiscale nonché i minori utili provenienti dalle controllate non consolidate. Dal lato patrimoniale la liquidità netta è salita a 964 milioni, riflettendo anche la maggior generazione di cassa operativa rispetto al 2Q 2019.
Nel terzo trimestre 2019 i ricavi consolidati di Tenaris sono calati del 7,1% a 1.764 milioni di dollari rispetto al 3Q 2018.
L’incremento dei volumi registrato in Medio Oriente e in Messico non è risultato sufficiente a controbilanciare l’impatto negativo derivante dalla riduzione delle attività dei pozzi di Stati Uniti e Argentina e dal calo nelle vendite industriali europee.
Nel dettaglio, le vendite nette di tubi ammontano a 1.661 milioni di dollari, in calo dell’8% sia rispetto al precedente trimestre sia su base annua, per via di una diminuzione del 6% dei volumi associata ad una riduzione del 3% dei prezzi medi di vendita.
Il fatturato generato dagli altri prodotti è invece rimasto sostanzialmente invariato a 102 milioni.
Nella gestione operativa l’Ebitda è diminuito del 18,2% a 322 milioni, con una marginalità scesa al 18,2% (-250 basis point) e in calo anche rispetto al trimestre precedente, riflettendo la caduta nei prezzi medi di vendita nonché i costi connessi alla sospensione della produzione per attività di manutenzione realizzate specialmente in Messico.
In forte calo anche l’Ebit che ha evidenziato una diminuzione del 27,6% a 187 milioni con un’incidenza sui ricavi scesa al 10,6% (-300 basis point), in presenza di ammortamenti stabili a 135 milioni.
Il periodo si è chiuso con un utile netto di competenza dei soci pari a 107 milioni, più che dimezzato sia rispetto al dato del pari periodo 2018 (-56,9%) sia a quanto registrato nel secondo trimestre dell’anno.
Un andamento che riflette i minori utili provenienti dalle controllate non consolidate pari a 13 milioni, da confrontare con i 56 milioni del terzo trimestre 2018, principalmente riconducibili alle partecipazioni detenute in Ternium e Usiminas.
La gestione finanziaria netta risulta positiva per 8 milioni, in peggioramento rispetto ai 13 milioni del 3Q 2018 ma in decisa ripresa rispetto al trimestre precedente in cui era risultata negativa per 6 milioni, grazie principalmente ai guadagni connessi alla svalutazione del peso argentino.
Ad appesantire ulteriormente il risultato di periodo ha contribuito inoltre l’incremento del carico fiscale attestatosi a 108 milioni, da confrontare con gli 80 milioni del terzo trimestre del 2018 e i 15 milioni dei tre mesi precedenti.
Tale dinamica riflette l’impatto sulla base imponibile delle sussidiarie argentine e messicane prodotto dalla svalutazione delle rispettive valute locali e stimato in circa 76 milioni, 35 dei quali a titolo di tassazione corrente e i restanti 41 milioni di imposte differite.
Dal lato patrimoniale la liquidità netta al 30 settembre 2019 risulta pari a 964 milioni di dollari, in crescita rispetto ai 706,2 milioni rilevati lo scorso 30 giugno.
Nei tre mesi in esame, rispetto al trimestre precedente, il flusso di cassa operativo è aumentato da 342 a 374 milioni, di cui 157 milioni derivanti dalla riduzione del capitale circolante.
Il management prevede che nel quarto trimestre 2019 le vendite continueranno ad essere penalizzate dalla riduzione nelle attività di perforazione in Usa, Canada e Argentina, dove gli operatori hanno messo in stand-by i propri piani di investimento in attesa che sia fatta chiarezza sulle politiche che saranno adottate dal governo entrante.
Anche i prezzi medi di vendita continueranno a evidenziare una certa debolezza, specie in Usa e Argentina, con la società che conta di mitigarne gli effetti tramite una riduzione dei costi, riuscendo così a chiudere l’esercizio con un Ebitda margin sui livelli del trimestre appena archiviato.
Per quanto attiene al 2020, Tenaris si attende una ripresa dei volumi di vendita, specie nell’ambito delle attività offshore e di estrazione di gas, accompagnata da un recupero dei margini e dei flussi di cassa.
Infine, il Cda ha approvato la distribuzione di un acconto sul dividendo di 0,13 dollari ad azione, per un esborso complessivo di circa 153 milioni.