I ricavi sono stabili (+0,2%) rispetto a quelli del terzo trimestre 2018 grazie alla tenuta delle commissioni e alla revisione del portafoglio di titoli di stato che ha beneficiato la voce profitti da trading compensando il calo del margine di interesse.
“Abbiamo detto all’inizio dell’anno che il 2019 sarebbe stato un contesto molto più difficile, più duro e che avrebbe presentato delle sfide maggiori per una banca come Mps, ma nonostante questo i dipendenti sono riusciti a condurre la banca in maniera positiva”.
Marco Morelli apre con questa premessa la presentazione dei conti di Mps agli analisti finanziari e commentando i risultati del terzo trimestre sottolinea quelli che sono a suo avviso i quattro aspetti principali che caratterizzano l’andamento del periodo.
“Il primo è che i ricavi mostrano una buona tenuta pur con una traiettoria decrescente, nonostante tassi d’interesse che per quest’anno e per il 2020 resteranno bassi. Uno scenario che appare deteriorato rispetto alle previsioni di inizio anno anche per le previsioni di crescita del Pil per l’Italia, ridimensionate rispetto alle attese” osserva Morelli.
Altri due aspetti importanti sono che la banca ha mostrato coefficienti patrimoniali solidi e meno volatili, supportati da un’ottimizzazione del portafoglio di titoli di stato, elemento che va di pari passo alla stabilità della liquidità, superiore alle prossime scadenze.
Infine vi è il capitolo Npl dove viene confermato l’obiettivo di un rapporto tra crediti deteriorati e il totale crediti inferiore al 12,5% entro fine 2019, livello più basso del target concordato con la Commissione europea per il 2021. “La traiettoria avviata è quella giusta”, sottolinea Morelli, che conferma che è in corso la discussione tra la Commissione Ue e il Mef per la dismissione di un massiccio stock di Npl.
Nella tabella seguente riportiamo il confronto tra i conti economici trimestrali di Mps.
Il margine di intermediazione si è attestato a 811,2 milioni, stabile (+0,2%) rispetto al terzo trimestre 2018, anche se con una composizione differente delle diverse voci.
Il margine di interesse evidenzia un calo del 19,8% a 354,7 milioni, mentre le commissioni tengono a 355,9 milioni (+0,7%). Buono il contributo dei profitti da trading, positivo per 74,7 milioni, contro un dato negativo per 3,2 milioni nell’analogo periodo dell’anno precedente. In crescita anche gli altri ricavi saliti del 49,7% a 25,9 milioni.
In discesa i costi, che diminuiscono del 2,1% a 549,3 milioni grazie a una contrazione del 2,6% del costo del personale accompagnata da risparmi pari all’1,2% sugli altri costi operativi.
In seguito a tali dinamiche il risultato lordo di gestione sale del 5,4% a 261,9 milioni.
Le rettifiche su crediti scendono del 3,3% sospingendo il risultato netto di gestione del 13% a 149,8 milioni. Il complesso delle poste straordinarie e della voce rettifiche e attività in dismissione pesa per circa 69,4 milioni, contro i 95,5 milioni complessivi del terzo trimestre 2018, che però aveva beneficiato di imposte positive per 55 milioni contro i 13,3 milioni del terzo trimestre 2019.
L’utile netto si attesta infine a 93,8 milioni in aumento del 2,9% rispetto al terzo trimestre 2018.