Poste Italiane ha archiviato i primi nove medi del 2019 con ricavi leggermente saliti a 8,1 miliardi (+1,7% a/a). Il risultato operativo è cresciuto a 1,54 miliardi (+2,1% su base annua), mentre l’utile netto ha toccato gli 1,1 miliardi (+2,6% rispetto ai primi nove mesi del 2018).
“Il modello di business di Poste Italiane genera una crescita continua e siamo sulla buona strada per raggiungere gli obiettivi del 2019 in tutti i segmenti di business. La flessibilità del nostro modello è dimostrata nel migliore dei modi dalle performance dei segmenti servizi assicurativi e pagamenti, mobile e digitale, che hanno sostenuto i risultati del gruppo”.
È con queste parole che Matteo Del Fante, Ad di Poste Italiane, ha commentato i conti relativi ai primi nove mesi del 2019.
Il cda ha approvato l’acconto sul dividendo 2019 pari a 0,154 euro per azione, che corrisponde a un terzo della cedola a valere sull’anno in corso di 0,463 euro.
L’acconto sarà messo in pagamento dal 20 novembre 2019, con data stacco il 18 novembre e record date il 19 novembre.
I ricavi totali si sono attestati a 8,1 miliardi (+1,7% a/a). Il contributo del solo secondo trimestre è stato pari a 2,6 miliardi (+1,8% su base annua).
Il settore dei servizi finanziari ha registrato un giro d’affari stabile a 3,8 miliardi, di cui 1,2 miliardi riferibili al terzo trimestre. Senza considerare i capital gain, i ricavi sarebbero cresciuti del 2,8 per cento. Il tutto grazie alla crescita del risparmio postale, dei prestiti personali e mutui e del risparmio gestito.
I ricavi generati dai servizi postali e commerciali sono calati a 2,5 miliardi (-1,3% rispetto ai primi sei nove del 2018), di cui 800 milioni nel terzo trimestre (-3,5% rispetto al terzo trimestre 2018), per effetto del contributo positivo del comparto pacchi, che ha compensato il calo della corrispondenza.
Il settore assicurativo ha registrato una raccolta premi netta in crescita a 1,2 miliardi (+16,3% su base annua), di cui 424 milioni nel terzo trimestre (+16,5% rispetto al periodo di confronto). Andamento sostenuto sia dal ramo vita sia dal ramo danni.
I ricavi riferiti ai pagamenti digitali hanno toccato 477 milioni (+1,5% a/a), di cui 171 milioni nel terzo trimestre (+4,9% rispetto al terzo trimestre 2018), sostenuti dall’aumento del numero dei pagamenti con le carte e dei volumi delle transazioni, nonché dalla tenuta dei ricavi dalle telecomunicazioni.
I costi operativi (+1,7% a/a a 6,5 miliardi) sono cresciuti proporzionalmente al giro d’affari, permettendo all’Ebit di salire a 1,54 miliardi (+2,1% rispetto ai primi nove mesi del 2018), di cui 459 milioni nel terzo trimestre (+0,8% a/a).
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 1,1 miliardi (+2,6% rispetto ai primi nove mesi del 2018), di cui 320 milioni nel terzo trimestre (in linea con il terzo trimestre 2018).
A fine settembre, il totale delle masse gestite/amministrate dal gruppo ammonta a 540 miliardi (+26 miliardi rispetto al 31 dicembre 2018), grazie alla raccolta netta positiva e alle favorevoli dinamiche di mercato.
Dal lato patrimoniale, la posizione finanziaria netta consolidata al 31 dicembre 2018 è positiva per 6,5 milioni (liquidità netta di 5,4 milioni a fine 2018).
Sul fronte della solidità patrimoniale, al 30 settembre il Solvency II del gruppo Poste Vita si attesta al 295% (211% al 31 dicembre 2018), grazie alla discesa dello spread.