La data della firma dell’accordo tra Washington e Pechino assomiglia sempre di più alla scadenza della Brexit che ogni volta che si approssima alla scadenza programmata scivola inevitabilmente in avanti.
La chiusura incerta ieri sera di Wall Street rifletteva infatti la notizia di un probabile slittamento dell’accordo a dicembre, notizia che ha condizionato in gran parte un andamento riflessivo delle borse asiatiche fino alla comunicazione di un’intesa, da confermare, da parte delle due superpotenze per la progressiva rimozione reciproca dei dazi in più fasi.
Tanto è bastato per consentire chiusure quindi in positivo in Asia e aperture con lo stesso segno in Europa e dei futures americani in una giornata che si presenta altrimenti abbastanza incolore.
Il dato sulla produzione industriale tedesca smentisce quello sorprendentemente positivo di ieri gli ordini industriali, senza mutare atteggiamento comunque di cautela del mercato in attesa dell’aggiornamento delle stime di crescita sulla eurozona da parte del Consiglio Europeo.
Il dollaro si mantiene tonico attorno a quota 1,1070, mentre il T-bond, che aveva limato qualche centesimo in chiusura, riapre nuovamente attorno a 1,85%.
Sul mercato dei benchmark europei regna la calma e questo consente comunque al Btp un recupero relativo nei confronti del Bund misurato da uno spread che si riporta nella fascia bassa di 140 punti base.
Prosegue anche la discesa dello spread dei corporate High-yield che consolidano i progressi degli ultimi giorni sempre sulla scia del segno positivo dei mercati azionari, mentre si conferma debole l’oro sotto quota 1500 dollari da due sessioni a questa parte.