SIT ha chiuso i primi nove mesi del 2019 con ricavi consolidati in calo del 2,5% a 269,4 milioni rispetto al pari periodo 2018.
A livello di singoli business, la divisione Heating ha registrato una diminuzione del 9,3% del fatturato a 190,7 milioni, con un’incidenza sul giro d’affari scesa al 72,6%. Un andamento riconducibile alla contrazione del mercato europeo e asiatico, solo parzialmente compensata dal buon andamento del mercato americano.
In decisa crescita invece le vendite del segmento Smart Gas Metering, salite del 22,5% a 69,5 milioni.
L’Ebitda è aumentato del 6,9% a 37,1 milioni, con un’incidenza sul fatturato salita al 14,1% (+120 basis point). Si segnala che il dato incorpora il contributo positivo di 1,7 milioni della prima applicazione dell’IFRS 16 e di minori oneri non ricorrenti per 3 milioni.
Nei primi nove mesi del 2018, infatti, erano stati sostenuti costi non ricorrenti per 3,8 milioni (di cui 2,5 milioni riferiti al costo del personale e 1,1 milioni per la transizione dal segmento AIM all’MTA) rispetto a 0,8 milioni dello stesso periodo del 2019.
L’Ebit ha registrato una contrazione dell’1,1% a 20,6 milioni, con un ros sostanzialmente stabile al 7,7%.
Il periodo si è chiuso con un utile netto di 16,2 milioni, di poco inferiore ai 16,5 milioni del 2018, nonostante il peggioramento della gestione finanziaria totalmente assorbito dalla riduzione del carico fiscale, che ha beneficiato di un provento fiscale straordinario di 3,7 milioni connesso all’esito favorevole dell’interpello presentato all’Agenzia delle Entrate.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto ammonta a 86,9 milioni, in aumento rispetto ai 71,3 milioni a fine dicembre 2018, un andamento che sconta 6,2 milioni per l’applicazione dell’IFRS 16 e investimenti per 11,2 milioni.
Infine, il management stima che l’andamento delle vendite e dei margini operativi per l’intero 2019 sarà in linea a quello registrato nei primi nove mesi dell’esercizio in corso.