Il Cda di Tim ha approvato i risultati dei primi nove mesi del 2019, che hanno consentito di anticipare di circa tre mesi il raggiungimento dell’obiettivo di riduzione dell’indebitamento e confermano l’accelerazione impressa dal management sulla capacità realizzativa in un contesto competitivo complesso.
Nel periodo in esame i ricavi totali del gruppo sono diminuiti del 4,6% a 13,4 miliardi (-2,2% a/a, escludendo Sparkle e ricavi da prodotto). I ricavi della divisione domestica sono scesi del 5,9% su base annua a 11,2 miliardi mentre i ricavi della controllata brasiliana sono leggermente aumentati a 2,9 miliardi (+0,4% a/a, 21,8% del totale).
Si segnala inoltre che i ricavi da servizi si sono attestati a 11,8 milioni, registrando in termini organici un calo del 2,2% rispetto ai primi nove mesi del 2018.
L’Ebitda confrontabile ammonta a 6,0 miliardi, in crescita del 4,0%, con una marginalità al 44,8% (41% nei 9 mesi 2018) mentre l’Ebitda After Lease è sceso a 5,5 miliardi (-2,6%).
Il risultato netto di competenza del gruppo confrontabile risulta positivo e si attesta a 931 milioni (negativo per 868 milioni nei primi nove mesi del 2018).
Dal lato patrimoniale, al 30 settembre 2019 l’indebitamento Finanziario Netto confrontabile ha registrato una riduzione di 958 milioni, attestandosi a 24,3 miliardi dai 25,3 miliardi di fine dicembre 2018.