Il risultato è il frutto delle crescita dei ricavi, sia di quelli ricorrenti che hanno toccato i 550,4 milioni (+16% rispetto ai 9 mesi 2018), sia delle performance fee a 112,0 milioni (+148%), accompagnata da costi in flessione.
Azimut archivia i primi 9 mesi del 2019 con un risultato netto di 246,5 milioni, più che raddoppiato rispetto allo scorso anno. Il risultato è frutto di un mix di fattori quali l’andamento positivo della raccolta, che da gennaio a settembre si è attestata a 3,7 milioni, e il buon andamento dei mercati e delle performance dei prodotti, che in media hanno reso il 7%.
Il totale delle masse è così salito a 57,4 miliardi, di cui 44,6 miliardi riferiti al solo gestito.
“Presentiamo al mercato il miglior risultato di utile netto della storia di Azimut, pari a 247 milioni, raggiunto in soli 9 mesi grazie alla crescita dei ricavi ricorrenti e al contenimento dei costi fissi. Il nostro sforzo comune”, ha commentato Pietro Giuliani, Presidente di Azimut, “è quello di offrire risultati sempre migliori ai nostri clienti, i quali da inizio anno beneficiano di una performance media ponderata netta del 6,9%.
Tali numeri, sia in termini di performance ai clienti che di utile netto, riflettono il lavoro svolto in modo coeso da tutti i professionisti del gruppo, e miglioreranno grazie alle ultime iniziative annunciate legate agli investimenti alternativi.
Un impegno che trova riconoscimento nei tanti segnali di fiducia e stima registrati anche durante l’evento Azimut Libera Impresa Expo di settimana scorsa dove in due giorni hanno partecipato 14 mila persone fra imprenditori, investitori e professionisti.”
Nella tabella seguente riportiamo il confronto tra i conti economici dei primi nove mesi di Azimut.
Il totale dei ricavi nei primi nove mesi 2019 ha raggiunto i 724,3 milioni, in crescita del 28,1% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. L’incremento è frutto del contributo di tutte le componenti.
In particolare le commissioni ricorrenti sono lievitate a 550,4 milioni (+16,4%), mentre le performance fee hanno toccato i 112,0 milioni, con un balzo in avanti del 148,3%. Bene i ricavi assicurativi a 48,5 milioni (+20,8%).
Sotto controllo i costi di acquisizione saliti in modo meno che proporzionale ai ricavi a 282,8 milioni (+13,6%).
Il margine lordo è quindi risultato pari a 441,5 milioni (+39,4%).
Ferreo il controllo sui costi che sono leggermente diminuiti nel complesso a 162,0 milioni (-0,8%) grazie a una contrazione dei costi operativi scesi a 84,9 milioni (-6,8%), accompagnata da un contenuto aumento dei costi del personale a 77,1 milioni (+6,7%).
Il margine netto sale quindi a 279,9 milioni (+82,3%), permettendo all’utile netto di fissarsi a 246,5 milioni (+120,4%) dopo un saldo positivo della gestione finanziaria di 4 milioni, in miglioramento dei 13,7 milioni negativi nei primi nove mesi 2018, un saldo della gestione straordinaria negativo per 6,0 milioni, imposte per 20,8 milioni e minorities per 10,6 milioni.
Nella tabella seguente riportiamo lo stato patrimoniale di Azimut.
La Posizione Finanziaria Netta consolidata a fine settembre 2019 risultava negativa per circa 47 milioni, in miglioramento rispetto ai 75 milioni negativi di fine giugno 2019.
Nei 9 mesi sono stati pagati dividendi ordinari per oltre 200 milioni, di cui circa 166 milioni cash oltre a circa 42 milioni in azioni. Inoltre, sono state fatte acquisizioni nei nove mesi per 52 milioni. La PFN include anche versamenti per 43 milioni per acconti d’imposta, bollo virtuale e riserve matematiche.