Il gruppo ha chiuso i primi nove mesi del 2019 con risultati in crescita, rallentando però rispetto all’andamento dei primi sei mesi dell’esercizio a causa del deterioramento dello scenario macroeconomico. Il perdurare del contesto di incertezza ha portato il management a rivedere leggermente al ribasso le previsioni sull’intero esercizio, stimando una crescita dei ricavi mid-single digit e una profittabilità leggermente inferiore rispetto a quanto registrato nei primi nove mesi.
Carel ha chiuso il primo semestre 2019 con ricavi in crescita del 18,9% a 247,7 milioni, grazie all’andamento positivo di tutte le aree geografiche e al contributo di circa 26,8 milioni derivante dall’acquisizione di Recuperator e di Hygromatik, mentre l’effetto cambi è stato positivo per circa 2 milioni.
Il settore refrigerazione ha segnato un +5% a 80,8 milioni, mentre il settore HVAC ha registrato un +29% a 163,2 milioni per effetto principalmente della variazione del perimetro.
A livello di aree geografiche, il Nord America ha registrato il maggior incremento organico in termini percentuali con un +20% a 31,6. Anche l’EMEA, riporta una crescita a doppia cifra del 21,2% a 173,6 milioni, grazie al contributo delle neo-acquisite e nonostante il rallentamento delle principali economie della zona euro.
Le performance in APAC sono positive con una crescita che si attesta al 10% a 36,5 milioni, nonostante la persistente volatilità legata principalmente all’introduzione di dazi sugli scambi Stati Uniti/Cina. Infine, il America Sud ha registrato un +5,3%, guidata principalmente dall’andamento positivo in Brasile.
Per quanto riguarda la gestione operativa, l’Ebitda ha segnato un +29,6% a 49,6 milioni, con una marginalità al 20% (+160 punti base) grazie ai minori costi non ricorrenti sostenuti per la quotazione in Borsa e per le operazioni di M&A. Il dato include un impatto positivo di 2,9 milioni derivante dall’adozione del principio contabile IFRS 16.
L’Ebit invece è aumentato del 16,9% a 37,3 milioni con un’incidenza sul fatturato in lieve diminuzione al 15% (-30 punti base), complici anche ammortamenti sostanzialmente raddoppiati a 12,3 milioni.
L’esercizio si è chiuso con un utile netto salito del 14,3% a 28,3 milioni, nonostante i maggiori oneri finanziari netti.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto risulta pari a 75,4 milioni, in aumento rispetto ai 59,1 milioni al 31 dicembre 2018 principalmente per l’impatto di 14 milioni legato all’adozione dell’IFRS 16.
Al netto di tale effetto, l’indebitamento si sarebbe ridotto grazie alla robusta generazione di cassa che ha consentito di coprire sia gli investimenti del periodo, pari a circa 16,3 milioni, e i dividendi, pari a circa 10 milioni.
Infine, Carel Industries ha rivisto le previsioni per l’intero 2019 a causa del perdurare dell’incertezza sulla crescita globale, stimando una crescita dei ricavi mid-single digit e una profittabilità leggermente inferiore rispetto a quanto registrato nei primi nove mesi. La precedente indicazione prevedeva risultati e profittabilità in crescita in linea a quanto registrato nel primo semestre.