Nei primi nove mesi dell’esercizio in corso Tas ha riportato un fatturato complessivo di 37,2 milioni, in aumento del 5,9% rispetto ai 35,1 milioni del pari periodo del 2018 che includevano 3,3 milioni di ricavi per rivendite.
Nel periodo gennaio-settembre 2019 i ricavi core, costituiti da licenze software e relative manutenzioni (34,6%), canoni di utilizzo e servizi SAAS (14,4%), canoni di assistenza e servizi professionali (51%), sono aumentati a 36,3 milioni (+17,6% a/a). Si segnalano inoltre ricavi non caratteristici per 0,5 milioni (-38,4% a/a).
A livello di gestione operativa, l’Ebitda, pari a 5,6 milioni, ha segnato un incremento del 58,7%, con un’incidenza sui ricavi totali al 15,2% (10,1% Ebitda margin 9M18). Una dinamica positiva che ha beneficiato dell’incremento delle vendite di licenze d’uso (+44%), dei ricavi generati a più alta marginalità e, in misura minore, dell’adozione dell’IFRS 16.
Il risultato dell’esercizio, al netto delle attività discontinue, risulta positivo per 0,3 milioni (-0,7 milioni nei 9M 2018). Includendo l’impatto connesso alla cessione della società Bassilichi CEE (0,4 milioni), il conto economico si è chiuso con una perdita di 0,1 milioni (rosso di 0,7 milioni nei 9M18).
Dal lato patrimoniale, al 30 settembre 2019 l’indebitamento finanziario netto ammonta a 9,7 milioni. Escludendo l’impatto dell’applicazione dell’Ifrs 16 l’indebitamento netto scenderebbe a 0,3 milioni (3,1 milioni al 31 dicembre 2018).
Per quanto riguarda l’outlook, il settore sta vivendo un momento di grande dinamicità e interesse, sostenuto anche dalla recente entrata in vigore della normativa PSD2. Come sottolinea la stessa società: “siamo solo all’inizio di un lungo percorso che auspichiamo ci vedrà consolidare la nostra leadership nella fornitura di piattaforme abilitanti per chi vorrà sviluppare nuovi servizi nel mondo dei pagamenti europei”.