Datalogic – Europa e Cina pesano sui risultati dei 9M19

Datalogic ha chiuso i primi nove mesi del 2019 con una flessione dei ricavi dell’1% a 461,4 milioni (-3,8% a cambi costanti).

A livello di aree geografiche, l’Italia ha segnato un -5,4% a 38 milioni, mentre l’area Emea (esclusa l’Italia) ha evidenziato un -2,4% a 195,5 milioni. Positivo il contributo di Nord America e Latam, in crescita rispettivamente del 7,5% a 165 milioni (+1,2% a cambi costanti) e del 2,9% a 11 milioni (-0,3% a cambi costanti), mentre l’area Apac ha registrato una contrazione del 15,5% a 52 milioni (-17,7% a cambi costanti).

Per quanto riguarda la gestione operativa, l’Ebitda è diminuito del 5,5% a 47,7 milioni, con una marginalità al 15,9% (-80 punti base). La flessione sconta l’aumento degli investimenti commerciali, in R&D e l’andamento sfavorevole dei cambi, parzialmente compensati dal beneficio derivante dall’adozione del nuovo principio contabile IFRS 16 Lease.

L’Ebit ha segnato un calo del 15,8% a 52 milioni, con un’incidenza sui ricavi scesa all’11,3% (-180 punti base), complici anche i maggiori ammortamenti per effetto dell’IFRS 16.

Il periodo si è chiuso con un utile netto in calo dell’8,9% a 39,7 milioni, nonostante il miglioramento della gestione finanziaria grazie soprattutto all’andamento favorevole delle differenze cambio, positive per 0,8 milioni da -3,2 milioni nei primi nove mesi del 2018.

Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto ammonta a 19,5 milioni, rispetto a liquidità netta per 23,8 milioni al 31 dicembre 2018, un andamento che deriva principalmente dal pagamento di dividendi, dell’andamento del capitale circolante, da maggiori investimenti e dall’applicazione del nuovo principio contabile IFRS 16.

Per quanto riguarda l’evoluzione della gestione, il gruppo si attende quindi di chiudere il 2019 in linea con l’andamento dei primi nove mesi dell’esercizio, prevedendo che la situazione economica particolarmente difficile in Cina e il rallentamento in Europa proseguano anche nel quarto trimestre.