Fila ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con ricavi normalizzati in crescita del 24,3% a 535,9 milioni grazie prevalentemente al contributo derivante dal consolidamento di Pacon (+3,2% a parità di perimetro). In deciso miglioramento anche la gestione operativa, con l’Ebitda e l’Ebit normalizzati aumentati rispettivamente del 20,8% e del 20,6% a 88,2 e 65,3 milioni. Il periodo si è chiuso con un utile netto normalizzato di gruppo pari a 33,1 milioni, in crescita del 52,9% grazie principalmente all’effetto M&A. Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto sale a 583,8 milioni di cui 78,2 milioni legati all’IFRS 16.
Nei primi nove mesi dell’esercizio i ricavi normalizzati di Fila sono aumentati del 24,3% a 535,9 milioni, beneficiando del contributo per 87 milioni relativo al consolidamento di Pacon (acquisita nel giugno 2018) e per 10,3 milioni dell’effetto cambi.
A livello pro forma, ovvero a parità di perimetro 2019, il fatturato risulta in progresso del 3,2% (+0,3% a parità di cambi), grazie soprattutto alla forte crescita rilevata in Asia (+20,2%) e nelle regioni del Centro-Sud America (+6,1%) che hanno compensato la flessione dell’andamento nelle altre aree geografiche.
A livello di gestione operativa, l’Ebitda normalizzato è cresciuto del 20,8% a 88,2 milioni, con un’incidenza sul fatturato al 16,5% (-40 basis point). Il dato esclude oneri non ricorrenti per 7,5 milioni (legati alla riorganizzazione di gruppo e all’implementazione del nuovo ERP) e l’impatto positivo per 9,6 milioni dell’IFRS 16.
A parità di perimetro, la variazione dell’Ebitda risulta invece positiva dell’1,9% (-1,2% a cambi costanti).
L’Ebit normalizzato è aumentato del 20,6% a 65,3 milioni, con un ros al 12,2% (-40 basis point), comprensivo di maggiori ammortamenti per 4 milioni dovuti all’operazione di M&A e ai nuovi investimenti effettuati.
Il periodo si è chiuso con un utile netto di gruppo normalizzato pari a 33,1 milioni, in crescita del 52,9% rispetto al pari periodo 2018 grazie principalmente all’effetto M&A.
Al netto delle normalizzazioni, l’utile netto di gruppo ammonta a 25,2 milioni, che si confrontano con i 10 milioni di utile netto non normalizzato dei primi 9 mesi del 2018.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto sale a 583,8 milioni rispetto ai 452,8 milioni di fine dicembre 2018, per effetto dell’applicazione dell’IFRS 16 per 78,2 milioni, dell’assorbimento di cassa del capitale circolante per 62 milioni, del Mark to Market Interest Hedging per 13,6 milioni e dell’effetto cambio per 14,5 milioni.
Alla luce dei risultati dei primi nove mesi del 2019 e, nello specifico, del terzo trimestre, il management conferma la completa risoluzione delle principali problematiche operative del 2018 e il ripristino dei livelli di servizio, funzionali alla futura espansione e generazione di cassa, con risultati ad oggi al di sopra delle attese.
Infine, forte anche della recente operazione ARCHES, lo scenario al 2020 si presenta positivo, caratterizzato da una stabilizzazione dei mercati maturi e da una continua crescita nei mercati emergenti, in particolare in India e in Cina.