Il gruppo ha diffuso ieri a mercati chiusi i risultati dei primi nove mesi del 2019, registrando un valore della produzione in calo del 12% a 68,8 milioni principalmente per effetto della sospensione di alcune commesse di ingegneria e della contrazione della domanda.
Nel dettaglio, il settore stile ha segnato un -7%, con una diminuzione delle attività in Italia e Usa e nonostante il buon andamento in Cina, mentre il settore ingegneria ha segnato un -17%, principalmente a causa della contrazione delle attività in Italia mentre aumentano quelle in Germania.
In deciso calo i margini operativi, con l’Ebitda diminuito da 8 milioni a 0,1 milioni sia per effetto del minor valore della produzione che per la contrazione dei prezzi applicabili nei mercati di riferimento.
L’Ebit, invece, è passato in negativo per 5,4 milioni rispetto al risultato positivo di 5,4 milioni nel pari periodo 2018, complici anche i maggiori ammortamenti e accantonamenti.
Il periodo si è chiuso con una perdita netta di 6,5 milioni, rispetto all’utile di 2,7 milioni nei primi nove mesi dello scorso esercizio.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto risulta pari a 11,1 milioni, rispetto a liquidità per 5,2 milioni al 31 dicembre 2018. Escludendo gli effetti dell’adozione del principio contabile IFRS 16, l’indebitamento sarebbe pari a 4,6 milioni.
Infine, sulla base dei risultati al 30 settembre e delle proiezioni sull’intero esercizio, per l’intero esercizio il gruppo prevede una riduzione del valore della produzione di circa il 12% rispetto alla precedente indicazione di un calo del 10 percento. Confermata la previsione di un risultato operativo negativo e di una riduzione del debito lordo.