Tim ha invitato i fondi infrastrutturali a presentare un’offerta per la sua rete in fibra che collega i cabinet alla case, oltre ad una proposta per il 100% di Open Fiber.
A riportarlo è Il Sole 24 Ore, secondo cui le proposte non vincolanti dovranno essere presentate entro martedì 19 novembre.
L’obiettivo sarebbe quello di mettere a fattor comune le due reti per poi procedere ad una separazione differente in due società: una dedicata alle aree bianche, controllata in maggioranza da Cdp e dai fondi e un’altra in cui conferire la rete delle aree cosiddette A e B, il cui controllo potrebbe essere detenuto da in maggioranza da Tim e Cdp e in minoranza dai fondi.
Resta il nodo legato alla valutazione. Innanzitutto, non è chiaro quanto sia intenzionata ad incassare Enel dalla cessione della propria quota in Open FIber. Inoltre, bisogna capire quanto siano disposti ad investire i fondi in due entità separate e non più in una rete unica in fibra come inizialmente ipotizzato, anche se questo passaggio sembra necessario per aggirare le eventuali obiezioni dell’Antitrust nei confronti di Tim.
Open Fiber, controllata pariteticamente da Enel e Cdp, verrebbe valutata circa 3 miliardi, mentre la rete secondaria in fibra di Telecom varrebbe all’incirca 1 miliardo.