Banca Intermobiliare (Bim) ha chiuso i primi nove mesi del 2019 con un margine di intermediazione pari a 41,1 milioni (+6,6% a/a). Il periodo si è chiuso con un rosso di 21,2 milioni (-115,7 milioni nei primi nove mesi del 2018), miglioramento dovuto al venire di alcune componenti non ricorrenti.
I primi nove mesi del 2019 di Banca Intermobiliare (Bim) hanno registrato una crescita del giro d’affari e una riduzione della perdita netta a seguito del venire dell’impatto delle rettifiche su crediti che avevano penalizzato il periodo di confronto.
Il margine di intermediazione è salito a 41,1 milioni (+6,6% rispetto al periodo di confronto).
Il margine di interesse è cresciuto a 9,8 milioni (+37,5% rispetto ai primi nove mesi del 2018), per l’effetto combinato della contribuzione positiva del portafoglio titoli e della riduzione degli interessi passivi.
Le commissioni nette, che rappresenta la componente di maggiore peso, sono scese a 22,7 milioni (-15,1% su base annua), a seguito della contrazione degli asset under management.
I profitti da trading sono aumentati a 8,5 milioni (+83,4% rispetto ai primi nove mesi del 2018), grazie al buon andamento dei mercati finanziari.
I costi operativi sono calati a 55,1 milioni (-10,7% a/a), per il venire meno di oneri straordinari che avevano impattato nel periodo di confronto, riconducibili ai progetti di migrazione, riorganizzazione e incentivi all’esodo.
I costi del personale sono scesi a 31,2 milioni (-6,5% su base annua), grazie alla riduzione dei dipendenti, mentre gli altri costi sono diminuiti a 23,9 milioni (-15,6% rispetto ai primi nove mesi del 2018), per effetto delle iniziative di razionalizzazione.
Tali dinamiche hanno portato ad un risultato lordo di gestione negativo per 14 milioni (-23,1 milioni nel periodo di confronto).
Dopo rettifiche di valore sull’avviamento della controllata Symphonia per 11,6 milioni (18,5 milioni nel periodo di confronto), il periodo si è chiuso con un rosso di 21,2 milioni, in calo dai -115,7 milioni dei primi nove mesi del 2019, impattato da rettifiche su crediti per 61 milioni.
Al 30 settembre 2019, gli asset under management scendo leggermente a 5,4 miliardi (5,5 miliardi a fine 2018); il decremento è principalmente riconducibile ad alcuni deflussi di masse compensati dall’andamento positivo dei mercati.
Sul fronte patrimoniale, a fine settembre il patrimonio netto scende a 65 milioni (80,8 milioni al 31 dicembre 2018).
Sul fronte della solidità patrimoniale, al 30 settembre 2019 il Cet1 phased in si fissa al 21,91% (19,74% a fine 2018).