Le azioni Mediobanca tengono a Piazza Affari, dopo l’uscita dal capitale di UniCredit che ha ceduto sul mercato la propria quota dell’8,4 per cento.
Nella seduta di oggi le azioni della banca guidata da Alberto Nagel segnano un incremento dello 0,4% a 10,59 euro, un andamento in linea con quello dell’indice Ftse Italia Banche che guadagna lo 0,3 per cento.
I titoli mostrano quindi una buona tenuta, dopo il placement che è avvenuto al prezzo di 10,53 euro, che rappresenta uno sconto del 2,3% rispetto all’utile prezzo di chiusura pre-annuncio. Nelle sedute successive, dopo un minimo registrato nei giorni 8 e 11 novembre, le azioni si sono riportate a valori superiori a quelli dell’Abb.
Notevole, tuttavia, l’incremento dei volumi degli scambi, come spesso accade per aggiustamenti di portafogli dopo queste operazioni. Nei 6 giorni successivi all’offerta è passato di mano il 6,7% del capitale, con volumi al giorno pari al doppio della media degli ultimi 3 mesi che si aggira attorno ai 4,8 milioni di titoli.
Tra gli acquirenti non dovrebbe esserci Leonardo Del Vecchio che ha comprato un pacchetto di azioni nel corso dell’offerta di UniCredit, portandosi al 9,9% del capitale. A un soffio dalla soglia del 10% per la quale sono necessarie le autorizzazioni da parte degli organi di controllo.
Anche se sul mercato continua a circolare la voce che l’imprenditore di Agordo abbia intenzione di incrementare la propria posizione, anche dopo le sue dichiarazioni di volere garantire un azionariato stabile e in mani italiane alle due istituzioni chiave della finanza tricolore quali Mediobanca e soprattutto Generali.
Una eventuale decisione di salire sopra il 10%, tuttavia, dovrebbe essere approvata dalla Bce che vaglierebbe in modo approfondito tutta una serie di elementi. Non solo riguardo l’esperienza finanziaria dello stesso Del Vecchio e dei suoi principali collaboratori, ma anche le capacità finanziarie del gruppo (accreditato per 20 miliardi quindi con le spalle piuttosto larghe). Infine, verrebbero anche vagliati gli eventuali cambiamenti alla governance che vorrebbe apportare il nuovo socio.