Il Sole 24 Ore – Fatturato in calo (-4,7%) nei 9M 2019

Nei primi 9M 2019 il gruppo 24 Ore ha registrato un calo dei ricavi del 4,7% a 143,2 milioni.

Una dinamica che risente della diminuzione dei ricavi pubblicitari (-5,4% a 54 milioni), dei ricavi editoriali (-3,5% a 76,7 milioni) e di altri ricavi (-8,5% a 12,5 milioni) rispetto al pari periodo 2019.

I ricavi diffusionali dei quotidiani (cartacei+digitali) sono scesi del 3,4% a 38,3 milioni (-5,9% a 23,8 milioni i cartacei, controbilanciati in parte dal +1,1% a 14,4 milioni dei quotidiani digitali).

La raccolta pubblicitaria è diminuita del 5,4% a 54 milioni, scontando un calo del 4,7% a 52,2 milioni sui mezzi del gruppo e del 20,5% a 1,7 milioni sui mezzi di editori terzi (in linea con la contrazione del mercato pubblicitario di riferimento -4,9%). Il dato risente del perdurare della crisi della stampa, che rappresenta il 47% della raccolta complessiva della concessionaria, oltre che della cessazione di alcune concessioni terze e della riduzione degli annunci di pubblicità finanziaria.

I ricavi delle banche dati sono diminuiti del 4% a 25 milioni (per linee di prodotto, -5,2% a 17,4 milioni “Fisco e Lavoro”, -1,5% a 4,9 milioni “Diritto” e -1,2% a 2,8 milioni “Edilizia e PA”).

Infine, i ricavi dell’Area Cultura sono scesi del 10,6% a 9,7 milioni.

In particolare, la diffusione (carta+digitale) del quotidiano “Il Sole 24 Ore” da gennaio a settembre 2019 si è ridotta del 10,4% a 150.056 copie medie giornaliere (-12,6% a 70.600 copie cartacee diffuse e -8,3% a 79.456 copie digitali diffuse). Secondo i dati ADS, il totale la diffusione cartacea e digitale dei principali quotidiani nazionali ha registrato una flessione del 6,8% (-8,2% il cartaceo e -1,2 il digitale).

L’Ebitda adjusted, escludendo accantonamenti e svalutazione crediti, ammonta a 12 milioni (+81,2%). L’aggregato, al netto degli effetti dell’Ifrs 16 e delle partite non ricorrenti, scende a 0,6 milioni da 2,4 milioni.

L’Ebit è negativo per 2,7 milioni, contro il risultato negativo di -7,2 milioni dell’anno precedente, a seguito dell’incremento di ammortamenti e svalutazioni a 13,3 milioni (+79,6%). L’applicazione dell’Ifrs 16 ha comportato maggiori ammortamenti per 6,5 milioni e maggiori oneri per 0,8 milioni legati alla variazione di alcuni contratti di sublocazione di immobili.

L’utile netto salda in 0,5 milioni, contro una perdita netta di 9,2 milioni del 2018. Escludendo gli effetti dell’Ifrs 16 e degli oneri/proventi non ricorrenti, il risultati netto nei 9M 2019 è tuttavia negativo di 5,7 milioni.

Al 30 settembre 2019, l’indebitamento finanziario netto del gruppo ammonta a 34,1 milioni contro un debito di 34,9 milioni che include l’applicazione dell’Ifrs 16 (5,9 milioni ante Ifrs 16).