Il gruppo ha chiuso il terzo trimestre 2019 con risultati sostanzialmente in linea al pari periodo dello scorso esercizio, in un contesto di mercato più aspro in cui la strategia della società ha mirato a un maggior volume d’affari negli Usa e a salvaguardare i margini di contribuzione della business unit italiana.
I ricavi sono aumentati del 2,5% a 90,8 milioni, in un mercato che ha mostrato un ulteriore rallentamento delle vendite.
A livello di gestione operativa, i margini sono stati ancora condizionati da fattori stagionali. Da un lato, nel mese di agosto si rallenta significativamente sia l’attività di vendita che di produzione, dall’altro, il mese di settembre assorbe i costi per la partecipazione al Cersaie (la fiera più importante del settore), che comporta un importante investimento economico. In lieve diminuzione, invece, i costi energetici, una componente significativa per la manifattura ceramica.
L’Ebitda è diminuito del 2,2% a 5,1 milioni con una marginalità al 5,6% (-30 punti base), mentre l’Ebit è risultato negativo per 3,2 milioni rispetto ai -2,9 milioni dell’analogo periodo 2018.
Il trimestre si è chiuso con una perdita netta di 2,6 milioni, in linea al deficit di 2,5 milioni del terzo trimestre del 2018.
Dal lato patrimoniale, l’indebitamento finanziario netto risulta pari a 111,5 milioni, in linea ai 111,6 milioni al 30 giugno 2019. Nell’ultimo trimestre, il gruppo prevede un progressivo miglioramento dell’indebitamento finanziario netto, per effetto dell’attesa riduzione del Capitale Circolante Netto, attraverso il ridimensionamento degli stock di magazzino e il mantenimento di una politica di investimenti contenuti.
Nei primi nove mesi del 2019 Panariagroup ha registrato ricavi in crescita del 4% a 292 milioni, grazie soprattutto al buon andamento in Europa, in Usa e in Asia. Un andamento ancora più positivo se confrontato con il comparto italiano di riferimento, che ha registrato una flessione dello 0,3% (dati Confindustria Ceramica).
L’Ebitda è aumentato del 7,3% a 25,9 milioni, mentre l’Ebit è diventato positivo per 0,1 milioni da -0,9 milioni al 30 settembre 2018. La perdita netta, infine, si è ridotta da -2, milioni a -1,8 milioni.