Prende forma la fase di assestamento dei mercati con qualche piccolo ripensamento sui listini di Borsa, in appiattimento sulle orme di Wall Street, come pure sui tassi con qualche limatura più incisiva proprio sui rendimenti del debito dei Paesi che avevano più risentito nei giorni passati.
Fuori luogo parlare di volatilità, considerate le escursioni comunque marginali, più appropriato etichettare i movimenti come fenomeno di assestamento con l’appalesarsi sempre più vicina della fine dell’anno.
Mentre i dati macro sono per lo più di contorno, con quelli rilevanti confinati nell’ultima settimana del mese, uno spunto di riflessione viene questa volta dalle parole del Vicepresidente della Bce, Louis de Guindos, che nel pronunciare il discorso inaugurale della 22^ Euro Finance Week a Francoforte mette l’accento sull’importanza e delicatezza del sistema finanziario non bancario che è assurto a vera colonna portante della domanda di titoli raddoppiando in poco più di dieci anni il proprio peso specifico con un portafoglio complessivo che supera i 46 trilioni (46.000 miliardi) di euro.
Logico l’apprezzamento per le caratteristiche di fondo di questa tipologia d’investitori per l’ottica di medio lungo termine e la potenziale capacità di stabilizzazione del mercato, ma opportuno anche segnalare la tendenza nel tempo all’assunzione di rischi via via maggiori per far fronte al calo della redditività dell’industria, fenomeno strutturale che colpisce, anche per altre ragioni, il sistema bancario.
Nelle parole di de Guindos quindi anche una parziale spiegazione degli spread dei corporate high-yield, di fatto intrappolati in un box il cui tetto è frutto di una domanda vivace per la ricerca di rendimenti mentre la base il limite tecnico della concorrenza di carta di rating più solido. Le oscillazioni dello spread di un periodo che si estende da inizio estate ne provano quindi la persistente e costante appetibilità.
Sul fronte benchmark, come segnalato in principio, la riduzione dello spread si accompagna ad un timido regresso dei rendimenti anche sul riferimento principale della curva tedesca con guadagni di prezzo proporzionalmente più accentuati sul tratto lungo.
Nel par-terre virtuale del forex, infine, il dollaro riconferma la debolezza relativa di inizio settimana con quotazioni che si muovono nella fascia alta del corridoio 1,10-1,11, mentre resta tonico il franco svizzero e recupera un po’ di verve l’oro scambiato in area 1475 dollari/oncia.