Il Ftse Mib di Milano ha chiuso gli scambi in territorio positivo a 23.343 punti, sovraperformando le altre principali piazze del Vecchio Continente: il Dax di Francoforte ha ceduto lo 0,5%, il Cac40 di Parigi lo 0,3%, l’Ibex35 di Madrid lo 0,3% e il Ftse 100 di Londra lo 0,8 per cento.
Una seduta chiusa in recupero dopo l’avvio brusco che aveva caratterizzato le prime ore di contrattazioni per i principali indici europei e i futures di Wall Street, appesantiti dai potenziali effetti negativi sull’esito delle trattative Usa-Cina che l’approvazione da parte del Senato statunitense di un provvedimento a sostegno dei manifestanti di Hong Kong avrebbe potuto generare.
Preoccupazioni sostenute con fondamento dalla pronta risposta arrivata da Pechino che aveva condannato l’atto, definendolo “un’interferenza nei propri affari interni” e minacciando ritorsioni qualora il testo venga firmato dal presidente Trump e tramutato in legge.
D’altro canto, le preoccupazioni sul tema commerciale sono state compensate nel corso dalla giornata dalle indicazioni positive arrivate dai retailers Target e Lowe che hanno allontanato momentaneamente lo spettro della recessione globale.
Per quanto riguarda l’Italia, quest’ultima, impegnata nella ricerca di una soluzione al delicato nodo Ilva-Arcelor Mittal, ha ricevuto nel frattempo il via libera alla manovra economica dalla Commissione Europea. Un approvazione che, pur arrivando con riserva, ha contribuito alla contrazione dei rendimenti sul fronte obbligazionario, con il decennale italiano al 1,2% e il relativo spread verso il bund tedesco a 156 punti.
L’agenda macroeconomica ha fornito invece indicazioni poco confortanti con l’export giapponese in calo del 9,2% su base annua ad ottobre rispetto al -7,6% atteso dagli economisti e al -5,2% di settembre. Si tratta del settimo mese consecutivo in diminuzione e della contrazione più marcata degli ultimi tre anni. In Germania, i prezzi alla produzione sono diminuiti dello 0,2% su base mensile e dello 0,6% annuo. In calo infine del 2,2% le richieste mutui negli Usa nella settimana chiusa lo scorso 15 novembre.
Sul Forex, l’euro/dollaro scende a 1,1063, mentre il biglietto verde ha guadagnato terreno nel cambio con lo yen a 108,68.
Tra le materie prime, salgono le quotazioni del greggio dopo il calo di ieri, con il Brent a 62,45 dollari al barile (+2,5%) e il Wti a 56,8 dollari al barile (+2,7%). I dati settimanali sulle scorte di petrolio negli Stati Uniti hanno registrato una crescita dello stock di greggio lievemente superiore all’incremento atteso dagli analisti.
Tornando a Piazza Affari, brillante la performance di Nexi (+4,9%) spinta al rialzo dalle indiscrezioni su una possibile alleanza strategica con Intesa. Acquisti anche su Recordati (+2,9%), Amplifon (+2,2%) e Finecobank (+1,2%).
Atlantia (-2,2%) non vede al momento le condizioni per presentare un’offerta per Alitalia, pur confermando la propria disponibilità a partecipare al salvataggio della compagnia di bandiera.