Ieri l’indice Ftse Italia Servizi Pubblici ha riportato un -0,2%, sottoperformando il corrispondente indice europeo di confronto, che ha chiuso invariato.
Il Ftse Mib ha terminato gli scambi in territorio positivo (+0,1%), in controtendenza rispetto alle altre principali piazze del Vecchio Continente.
Una seduta che risente dei potenziali effetti negativi sull’esito delle trattative Usa-Cina che l’approvazione da parte del Senato statunitense di un provvedimento a sostegno dei manifestanti di Hong Kong avrebbe potuto generare.
Per quanto riguarda l’Italia, impegnata nella ricerca di una soluzione al nodo Ilva-Arcelor Mittal, ha ricevuto nel frattempo il via libera alla manovra economica dalla Commissione Europea.
Un approvazione che, pur arrivando con riserva, ha contribuito alla contrazione dei rendimenti sul fronte obbligazionario, con il decennale italiano al 1,2% e il relativo spread verso il Bund tedesco a 156 punti.
Tornando alle Utility e Rinnovabili, tra le Big, bene Hera (+0,7%) e Snam (+0,5%) nella giornata in cui il Cda si è riunito per l’approvazione del nuovo Piano Strategico.
In flessione Enel (-0,4%). Nella settimana dal 11 al 15 novembre 2019 il colosso elettrico ha acquistato 75.900 azioni proprie, per un controvalore complessivo di 524.301,84 euro. A seguito degli acquisti effettuati, la società detiene lo 0,012194% del capitale.
Tra le Mid, Acea torna in positivo (+1,4%), dopo le vendite della seduta precedente (-2,8%).
Iren cede lo 0,4 per cento. La società guidata da Massimiliano Bianco si conferma, insieme ad A2A (-0,2%) in cordata con la ceca Eph, tra i pretendenti per Sorgenia. Secondo quanto riportato da il Messaggero, dall’affare Sorgenia si sarebbe invece sfilato F2i, fondo infrastrutturale italiano attivo nelle energie rinnovabili e nelle reti di distribuzione gas.
Tra le Small, in evidenza Biancamano (+6%), mentre in coda Seri Industrial (-2%).