Obbligazioni – Mix di dati in salsa Xi

I dati macro della mattinata ripropongono la difficoltà di lettura se non fosse che un tweet del Presidente cinese Xi Jinping, apparentemente minaccioso, riveli in realtà un’apertura molto sincera per la riuscita di un accordo che metta un freno al protezionismo dilagante.

Negando la decisione – che non significa negare la co-responsabilità – dell’apertura di una guerra commerciale e la paura di doverla sostenere, il leader cinese di fatto tende la mano al collega americano per evitare un costoso conflitto per entrambi i contendenti, offerta che Washington non farà sicuramente cadere nel vuoto.

Si riaccende quindi l’ottimismo sul mercato che vede invece numeri sul fronte macroeconomico che perseverano nel tratteggiare un quadro ancora molto incerto.

Mentre le borse riprendono colore, i tassi d’interesse invertono logicamente la direzione muovendosi tiepidamente al rialzo, senza troppa convinzione, e più per riflesso condizionato al movimento dell’azionario secondo un paradigma classico.

Il T-bond si riporta verso l’area 1,80% affiancato da un dollaro che si rindebolisce scivolando verso 1,1075 dopo aver mostrato ieri una tendenza differente, mentre sui benchmark europei la piccola, marginale correzione, avviene soprattutto sul tratto più a breve rispetto alla scadenza a dieci anni che fa da perno al movimento generale.

Il Btp conferma una singolare solidità, probabilmente rafforzata dalla visione più ottimistica dell’Ocse sulle prospettive di crescita italiana, mentre va ancora una volta sottolineata, in chiusura, l’anomalia degli spread sui corporate high-yield dove si osserva un ulteriore allargamento tra il dato in dollari (ancora in rimonta) e quello molto più stabile in euro che si traduce in un differenziale tra i due, giunto ormai ad oltre mezzo punto percentuale (55 bp).