La Consob, in vista del prossimo aumento di capitale previsto per il mese di dicembre, ha chiesto ai commissari di Carige un’integrazione informativa sulle valutazioni dei crediti della semestrale al 30 giugno 2018, archiviata con una perdita di 20,5 milioni, salvo poi recepire ulteriori rettifiche sui crediti per 219,2 milioni nel trimestre successivo, che hanno portato a una perdita di 188,9 milioni nei primi nove mesi del 2018.
E che hanno poi determinato la necessità di un aumento di capitale, dapprima fissato a 400 milioni e poi ulteriormente incrementato nel mese di febbraio, per arrivare all’attuale rafforzamento patrimoniale da 900 milioni, di cui 700 milioni tramite aumento di capitale.
Nella risposta, i commissari di Carige hanno ammesso di non essere condizioni di affermare che la relazione finanziaria semestrale al 30 giugno 2018 sia stata determinata in conformità ai principi contabili di riferimento applicabili all’informativa finanziaria infra-annuale (Ias34).
E hanno precisato che un’analisi, condotta con un consulente esterno, ha confermato che “la solidità degli accantonamenti effettuati in sede di semestrale 2018 era obiettivamente indebolita dalle carenze procedurali richiamate e che la consapevolezza di tali carenze avrebbe reso appropriato portare ad un più puntuale recepimento delle indicazioni ispettive anche se preliminari”. O comunque tali circostanze avrebbero dovuto essere riportate nella nota integrativa.
Tuttavia, i commissari fanno notare come il processo di revisione dei criteri di stima e contabilizzazione delle posizioni creditizie deteriorate sia stato innescato dalla ispezione della Bce che si è conclusa il 3 agosto 2018, proprio nella data in cui era stata approvata la semestrale 2018.
La banca non era quindi a conoscenza delle risultanze del rapporto degli ispettori di Francoforte, il cui draft è arrivato nel mese di ottobre.
Giusto in tempo affinché tali osservazioni fossero recepite nei conti dei primi nove mesi del 2018, con un corrispondente adeguamento dei medesimi accantonamenti per ulteriori 160 milioni in aggiunta ai 37 milioni della semestrale.
I commissari confermano poi di avere messo in atto tutte le richieste di miglioramento delle procedure per porre fine alle carenze evidenziate dalla Bce con interventi di adeguamento per sanare le debolezze, alcuni effettuati ed altri tutt’ora in corso.
Entro il 2019 termineranno revisioni tecniche del processo di assegnazione degli staging in coerenza con l’Ifrs9, mentre altri piani di azione saranno completati tra il primo e il quarto trimestre 2020.
Quanto all’attuale contabilizzazione dei crediti la nota sottolinea come “al 30 giugno 2019 sulle posizioni oggetto del perimetro ispettivo, risultano sostanzialmente recepite le riclassificazioni e gli accantonamenti addizionali richiesti in sede ispettiva.
I residui disallineamenti sono essenzialmente giustificati dall’andamento regolare delle posizioni in bonis e dall’adeguamento del valore di bilancio, tenuto conto del prezzo di cessione per le posizioni deteriorate oggetto di cessione”.
Le residue differenze riguardano: differenziali di svalutazione per 29,5 milioni su 27 posizioni e altre 58 posizioni sulle quali era stato richiesto un aggravio di 48,9 milioni sono state cedute o stralciate. Infine, i commissari sottolineano come sono stati più severi di quanto richiesto dalla Bce su 78 posizioni per complessivi 97 milioni.
Per quanto riguarda, invece, l’eventuale riesposizione dei dati della semestrale 2018, in relazione alla semestrale 2019, i commissari ritengono che non sussistono i presupposti per l’applicabilità dello Ias8 in quanto non sono, tuttavia, in condizioni di stabilire con un ragionevole grado di certezza quali fossero effettivamente gli accantonamenti da effettuarsi sulla base delle informazioni disponibili alla data della semestrale 2018.