Obbligazioni – Focus sui dati macro Usa

Il passo di Wall Street che macina nuovi record detta il ritmo a tutto il mercato azionario che segue con minore convinzione, ma deglutisce anche la pillola amara del calo dei profitti dell’industria cinese, un dato che si inserisce in quel mosaico di incertezza di cui la guerra commerciale è a un tempo vittima e carnefice.

I mercati obbligazionari da giorni ormai restano imbambolati, paghi di una perfomance complessiva che si è considerevolmente annacquata nell’ultimo periodo, ma ha consegnato comunque a consuntivo risultati importanti. Gli scambi sono lenti, i prezzi e i rendimenti, specchio gli uni degli altri, si muovono a fatica e di norma solo dopo una fase quasi di pre-mercato che si allunga nella mattinata e si vivacizza solo con il risveglio a New York.

Proprio da qui potrebbe arrivare qualche stimolo in giornata considerata la pubblicazione degli importanti dati su redditi personali e, soprattutto, sulla spesa per i consumi perché, come la Fed non smette di rimarcare, la crescita americana proprio da questi ultimi trae maggiore linfa, considerato il rallentamento negli investimenti e nell’attività manifatturiera.

Alla vigilia del momento clou degli acquisti rappresentato ormai dal famigerato Black Friday che ha sostituito di fatto il Natale nella classifica delle spese degli americani – e forse, a breve, nel mondo – l’attesa è per la conferma di una crescita moderata.

Dollaro nettamente più tonico non solo nei confronti dell’Euro, molto prossimo alla figura piena di 1,10, ma anche di Yen e di tutte le principali valute come rappresentato dal suo indice, e recupero marginale di cinque centesimi per gli spread dei corporate high-yield, questi ultimi più come effetto di trascinamento del buon tono delle piazze azionarie.

Sui benchmark governativi, invece, ancora una volta calma piatta anche per gli spread a partire da quello italiano, immobile appena sopra i 160 punti base nella giornata dell’asta dei Bot.