La presidente della Banca Centrale Europea, Christine Lagarde, sta spingendo affinchè il cambiamento climatico diventi una priorità “mission-critical” per l’Istituto di Francoforte e una parte essenziale dei processi di politica monetaria.
Lo si legge in un articolo del Financial Times (FT), che segnala come un’altra donna della dirigenza europea abbia a cuore la questione ambientale.
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, la cui squadra ha ricevuto ieri il via libera ufficiale da parte del Parlamento europeo, sta per svelare infatti il suo primo pacchetto di politiche climatiche.
Eppure, gli obiettivi della Lagarde rischiano di scontrarsi con alcuni banchieri centrali dell’Eurozona che sostengono che i cambiamenti climatici debbano essere una questione di competenza dei governi nazionali.
Tra questi, Jens Weidmann, presidente tedesco della Bundesbank e membro del Consiglio direttivo BCE, ha dichiarato che vedrebbe “molto criticamente” qualsiasi tentativo di reindirizzare le azioni di politica monetaria della BCE per affrontare il cambiamento climatico.
Tuttavia, segnali positivi giungono dai responsabili politici dell’UE che vogliono andare oltre nell’utilizzo della regolamentazione bancaria per affrontare le questioni ambientali.
Valdis Dombrovskis, vicepresidente della Commissione europea, ha dichiarato al FT di volere esaminare un taglio alle spese in conto capitale imposte ai prestiti climate-friendly delle banche.
Secondo il politico lettone, l’iniziativa incoraggerebbe le banche a finanziare abitazioni a basso consumo energetico, trasporti a emissioni zero e altri investimenti green, riducendo la quantità di capitale che dovrebbero accantonare per tali prestiti.
Da segnalare che, tra le ulteriori responsabilità che Dombrovskis assumerà nella nuova Commissione guidata dalla von der Leyen, c’è anche quella di pianificare la mobilitazione di mille miliardi di euro di investimenti legati al clima nel prossimo decennio.
In considerazione delle misure che la von der Leyen sta mettendo a punto per raggiungere gli obiettivi di azzeramento delle emissioni al 2050, il politico lettone ha sostenuto che tra le priorità dovrebbe esserci anche una riforma del sistema emissions-trading, che stabilisce un prezzo del carbone nell’UE. Riforme che potrebbero essere estese anche al sistema di navigazione e di trasporto aereo.