Utility – Il lato verde della finanza

Il Parlamento europeo ha approvato in questi giorni una risoluzione in cui dichiara che la situazione ambientale è «una emergenza climatica». E’ quanto segnalato da il Sole 24 Ore di oggi, che ricorda come la delibera preceda di qualche giorno una conferenza sul clima a Madrid, cui parteciperà anche la neo presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

La risoluzione, pur non essendo vincolante, è un segnale concreto del fatto che i vertici politici dell’Unione vogliano rendere il Vecchio Continente entro il 2050 neutrale da un punto di vista ambientale, cioè che i livelli di gas a effetto serra prodotti non superino quelli assorbibili.

Strasburgo ha anche chiesto alla Commissione e al Consiglio di abolire sussidi ai combustibili fossili entro il 2020 e di fissare al 55% la riduzione delle emissioni di gas a effetto serra entro il 2030 (rispetto a un calo del 20% che deve avvenire entro il 2020). Un piano che se attuato prevedrebbe investimenti per mille miliardi di euro nel prossimo decennio.

Obiettivi condivisi dalla von der Leyen, che ha fissato tra le priorità del suo mandato l’European green deal.

Ai mille miliardi di euro previsti dalla Commissione europea si aggiungono altri mille miliardi già stanziati dalla Banca europea degli investimenti (BEI).

“Finora abbiano emesso 28 miliardi di euro di green bond – ha spiegato Luca Lazzaroli, director general della BEI – un’asset class che rappresenta il 25 per cento delle nostre emissioni, quota che vorremmo far salire al 50 per cento nei prossimi anni a sostegno degli investimenti green». I progetti finanziati dalla Bei, ubicati per il 90 per cento in Europa, riguardano, ad esempio, la riconversione industriale, il trasporto pubblico elettrico così come l’efficientamento energetico”.

Il mondo della finanza sostenibile pertanto si sta preparando ai prossimi anni con vari strumenti, che vanno dai green bond, ai transition bond, ai sustainable development bond.

Con un occhio al mercato italiano, gli strumenti più usati sono stati i green bond. Da gennaio 2019, nel nostro Paese sono stati emessi titoli verdi per 5,4 miliardi (2,8 miliardi del 2018), pari a nove obbligazioni di cui quattro da nuovi emittenti (Assicurazioni Generali, A2A, ERG e UBI) e cinque da società che avevano già esplorato questa possibilità di finanziamento (Enel, Iren, Ferrovie dello Stato, Hera e Terna).

In circolazione ci sono 11,4 miliardi e 2,8 miliardi di social e sustainability bond, l’ultimo il bond Intesa Sanpaolo per 750 milioni.