Mercati – Tornano i timori su commercio e crescita, Milano la peggiore (-2,3%)

Chiusura in calo per le borse europee e vendite a Wall Street, in scia agli ultimi segnali negativi sul commercio e sull’economia statunitense.

Il Ftse Mib termina in ribasso del 2,3% a 22.728 punti, lievemente arretrato rispetto a Dax di Francoforte (-2,1%), Ibex 35 di Madrid (-2,1%) e Cac 40 di Parigi (-2%), mentre il Ftse 100 di Londra cede lo 0,8 per cento. Oltreoceano, dopo un avvio poco mosso, Dow Jones (-0,9%), S&P 500 (-0,9%) e Nasdaq (-1,3%) hanno virato con decisione in rosso.

Il presidente americano ha criticato Argentina e Brasile, ree di svalutare volontariamente le proprie valute e ha annunciato il ripristino dei dazi sulle importazioni di acciaio e alluminio da tali Paesi. Inoltre, Trump ha attaccato nuovamente la Fed, chiedendo tassi di interesse più bassi e un allentamento della politica monetaria.

A ciò si aggiungono i commenti del Segretario al commercio statunitense, Wilbur Ross, secondo cui ci sarà un incremento delle tariffe in caso di mancato accordo con la Cina entro il 15 dicembre. Accordo che sembra più complicato dopo la firma della legge a favore delle proteste di Hong Kong, che ha incrinato nuovamente i rapporti tra Washington e Pechino.

Dall’agenda macroeconomica, inoltre, è giunto il dato debole sull’indice ISM manifatturiero degli Usa, sceso inaspettatamente a 48,1 punti e in contrazione per il quarto mese consecutivo. Dinamica che ha spazzato via l’ottimismo della mattinata, alimentato dai numeri sopra le attese sull’attività manifatturiera in Cina e nell’eurozona, oltre che dai dati positivi sull’andamento dei consumi durante il weekend del Black Friday.

Sul Forex il dollaro si indebolisce nei confronti delle principali valute, permettendo all’EUR/USD di risalire a 1,1082, mentre il cambio fra biglietto verde e yen arretra a 109,06.

Tra le materie prime rimbalzano le quotazioni del greggio con il Brent (+1,3%) a 61,3 dollari e il Wti (+1,7%) a 56,1 dollari, dopo il crollo di venerdì innescato dai timori per un mancato rinnovo dei tagli alla produzione in vista del meeting Opec di questa settimana.

Vendite sul comparto obbligazionario, con i rendimenti in rialzo e il Btp che risale all’1,34%, ampliando lo spread dal Bund a 162 punti base (fonte Bloomberg) mentre proseguono le tensioni all’interno del governo sul Fondo Salva Stati.

A piazza Affari nessun titolo del Ftse Mib chiude in positivo. Limitano i danni le banche mentre le utilities vengono appesantite dal rialzo dei rendimenti obbligazionari. Sottotono Juventus (-8,4%) nel primo giorno dell’aumento di capitale. Male anche Recordati (-5%) mentre Mediobanca (-0,9%), Fca (-0,95%) e Ubi (-0,95%) contengono le perdite entro un punto percentuale.