Mercati – Caos sul commercio, Europa senza direzione e Milano termina invariata

Le principali borse europee chiudono in ordine sparso, dopo le ultime dichiarazioni di Donald Trump che hanno ridotto le speranze di un accordo imminente fra Stati Uniti e Cina.

A Piazza Affari, il Ftse Mib ha annullato i precedenti guadagni, chiudendo gli scambi sulla parità a 22.736 punti. In rialzo il solo Dax di Francoforte a +0,2%. L’Ibex 35 di Madrid ha contenuto le vendite (-0,1%) mentre il Ftse 100 di Londra e il Cac 40 di Parigi hanno ceduto rispettivamente l’1,7% e l’1 per cento.

Oltreoceano, intorno alle ore 18:00 Wall Street viaggia in rosso con il Dow Jones a -1,5%, lo S&P 500 a -1,1% e il Nasdaq a 1,2 per cento.

Donald Trump ha dichiarato che non esiste una deadline per il raggiungimento di un’intesa con Pechino, aggiungendo come il deal potrebbe anche slittare di un anno, dopo le elezioni presidenziali del 2020 negli Usa.

Dichiarazioni che hanno appesantito ulteriormente i mercati dopo le minacce di possibili dazi fino al 100% su beni francesi per 2,4 miliardi di dollari, annunciati dal Presidente degli USA in risposta alla tassa sul digitale che Parigi intende far pagare ai colossi della rete statunitensi. Pronta in merito la risposa del governo francese che ha sottolineato eventuali ritorsioni da parte dell’Unione Europea se gli Stati Uniti dovessero portare avanti tali manovre.

Nel mirino di Washington anche le digital tax di Italia, Austria e Turchia. Potrebbero inoltre essere incrementare le tariffe sui beni dell’UE in relazione ai mancati progressi sulla questione dei sussidi ad Airbus.

Sul forex, l’euro/dollaro sale leggermente a 1,1088 mentre il dollaro cede ancora terreno nei confronti dello yen a 108,53, dopo il deprezzamento del biglietto verde innescato ieri dai sotto le attese sull’attività manifatturiera a stelle e strisce.

Tra le materie prime, salgono leggermente le quotazioni del greggio con il Brent a 60,97 (+0,1%) dollari al barile e il Wti a 56,01 (+0,1%) dollari al barile, in attesa del meeting dell’Opec in programma il 5-6 dicembre. In progresso anche le quotazioni dell’oro a 1.486,55 dollari l’oncia.

Sull’obbligazionario, il rendimento del Btp risente delle tensioni politiche e si attesta all’1,34% ampliando lo spread con il Bund a 166 punti base.

Tornando a Piazza Affari e al Ftse Mib, Diasorin chiude in testa a +2,8%. Seduta positiva anche per Amplifon (+2,7%) e Ferrari (+2%), quest’ultima sostenuta da un report di Goldman Sachs. Deboli invece i bancari penalizzati dall’andamento dello spread.